26 anni dalla scomparsa di Di Bartolomei
Il 30 Maggio 1994, 26 anni fa, scompariva a San Marco di Castellabate Agostino Di Bartolomei, storico capitano giallorosso. Considerato uno dei più grandi capitani della storia della Roma, il suo ricordo ancora oggi vive nei cuori dei tifosi giallorossi: non solo di quelli che hanno avuto l’onore e la fortuna di vederlo in campo, ma anche dei più giovani, che hanno fatto di Ago un simbolo di purezza e romanismo vero, grazie ai racconti e alle immagini delle generazioni passate. Un carattere unico nel mondo del calcio: timido, di poche parole, intelligente e sobrio, tutte caratteristiche che quasi fanno a pugni con un universo come quello del pallone. Eppure Ago ha lasciato tanto. Ha insegnato a molti cosa significa indossare quella maglia, il rispetto e l’amore silenzioso, senza polemiche sterile. Non è un caso che, a distanza di anni, tutti i suoi compagni lo ricordano con un affetto sincero, dovuto.
E non perché la tragedia della sua morte imponga questa, ma perché anche per loro, per quelli che hanno costruito con lui la Roma forse più forte e vincente di sempre, è stato un punto fermo. Non solo il primo vero simbolo di romanità e romanismo moderno (poi succeduto a Francesco Totti e Daniele De Rossi), ma anche un simbolo di umanità, che ha saputo insegnare ed accettare di essere uomo, cosa non facile in un ambiente che ti porta a pensare di essere qualcosa di più. Chi scrive non ha avuto la fortuna di vivere l’Agostino Di Bartolomei capitano, ma in qualche modo il suo lascito è arrivato fino a qui, grazie anche al figlio Luca, che ha saputo fare del ricordo del padre un motore incessante per insegnare a noi chi fosse veramente. A te, Ago, va il nostro eterno rispetto. Perché è grazie a persone come te se in tanti si sono innamorati di questo sport e di questa squadra.
Ago ❤️#ASRoma pic.twitter.com/LWtlRRSqez
— AS Roma (@OfficialASRoma) May 30, 2020