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Friedkin e il Seller-Financing: ecco perché Pallotta ha rifiutato l’ultima offerta (FOTO)

Seller-Financing e processi di indebitamento, l’affare Friedkin celava una montagna di rischi per la Roma e per Pallotta: logico e giusto il rifiuto. Il motivo

Le dichiarazioni di James Pallota sulle modalità d’acquisto proposte dal gruppo Friedkin

“Non sono sicuro se le persone sconvolte capiscano come si costruisce un accordo del genere, ma non funziona con il seller-financing. In fin dei conti, se voglio comprare una casa non mi aspetto che il venditore riduca il prezzo richiesto inizialmente per coprire i costi di tutte le ristrutturazioni che ho in mente di fare. Non è così che funziona. Se il gruppo Friedkin avesse i soldi e volesse parlare ancora e avanzare un’offerta tale da essere ritenuta accettabile da tutti noi per la Roma, lo ascolteremmo“.

Cos’è e come funziona il Seller-Financing

Il Seller-Financing nasce come accordo immobiliare in cui il venditore gestisce il processo di ipoteca senza il coinvolgimento degli istituti finanziari. Dunque, anziché chiedere un mutuo bancario o qualsiasi altra operazione convenzionale, l’acquirente firma un mutuo direttamente con il venditore. Il Seller-Financing è utilizzato spesso da persone o società che hanno difficoltà a ottenere prestiti dagli istituti di credito, in alcuni casi per le scarse liquidità a disposizione.

A differenza delle normali trattative che coinvolgono istituti di credito, il Seller-Financing comporta dei costi di chiusura minimi o addirittura azzerati. Si fa ricorso a questo tipo di trattativa anche perché spesso il venditore, in quanto soggetto privato, è più flessibile rispetto a un istituto di credito. Il processo di vendita di una proprietà, attraverso il Seller-Financing, risulta essere anche molto veloce e i tempi di vendita si aggirano intorno a una sola settimana.

Pro e contro: i punti principali del Seller-Financing

  • L’acquirente acquista direttamente dal venditore privato;
  • Gli accordi sono gestiti senza l’intervento di istituti di credito o parti terze;
  • Il Seller-Financing spesso prevede un pagamento ammortizzante dopo diversi anni dalla vendita;
  • Esiste un sostanziale rischio: se l’acquirente smette di pagare, anche il venditore potrebbe incorrere in forti spese legali.

Ecco dunque spiegata la frase: “Voglio lasciare la Roma in mani sicure, solide”

Dunque, l’affare Friedkin sarebbe dovuto proseguire sulla strada del Seller-Financing ma considerando i sostanziali rischi a cui si sarebbe esposto Pallotta (che non aveva le necessarie garanzie di un completamento corretto e puntuale dei pagamenti) ma anche la Roma (che non avrebbe avuto garanzie di solidità economica), rifiutare un’offerta all’apparenza allettante è stata l’unica strada possibile per tutelare sé stessi (James Pallotta) e il bene di proprietà (la Roma).

Ora cosa succede?

Le parole di Pallotta hanno irritato Dan Friedkin. Ma a parte questa reazione emotiva non ha avuto seguito alcuna replica ufficiale da parte del Gruppo Friedkin, che incassa il colpo (per ora) senza reagire. James Pallotta vende, ma come dice lui, e lascia la porta aperta anche ad una nuova possibile (ma ormai improbabile) offerta da parte del proprietario del Gulf States Toyota Distributors. A prescindere da cosa farà quest’ultimo è già iniziata la caccia a un nuovo acquirente.

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