I Friedkin fissano l’ultimatum per decidere come procedere sul fronte Stadio della Roma
Dan e Ryan sono stati chiari con le istituzioni che hanno incontrato nei giorni precedenti: Federcalcio e Coni. Non aspetteranno che gli interessi politici risolvano i loro problemi, non sono venuti in Italia a perdere tempo e denaro. Lo stadio della Roma si fa, ma non come direbbe il sindaco capitolino Virginia Raggi, bensì si farà nei tempi e nei modi ritenuti più consoni dai Friedkin.
Vitek si defila e sembra allontanarsi l’ipotesi Tor di Valle
Radovan Vitek, che giusto ieri ha annunciato le dimissioni dal Consiglio d’amministrazione del gruppo che controlla, la Cpi Property, che avrebbe dovuto acquistare i terreni dell’ex ippodromo. A Praga scrivono che Vitek, sconvolto anche da un lutto familiare, abbia deciso di allontanarsi per un periodo indeterminato dai propri affari.
Le alternative
Alcune sono già state prese in considerazione: il suggestivo rilancio dello stadio Flaminio, la riqualificazione della zona di Tor Vergata, persino la solita pittoresca candidatura del comune di Fiumicino. L’importante è che si faccia in fretta: i Friedkin non vogliono farsi prendere in giro. Lo scrive Il Corriere dello Sport.