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Così rinascerà la linea Roma-Lido

Per portare al voto la delibera di variante e convenzione occorre che la Roma e Eurnova firmino un “atto d’obbligo”

Sei mesi e 16 giorni dopo l’annuncio dell’8 agosto scorso, si chiude davvero l’Accordo di Collaborazione fra Comune e Regione sull’utilizzo dei 45 milioni di euro che la Roma pagherà come parte contanti delle tasse di costruzione al Campidoglio per lo Stadio. E che il Comune si è impegnato a “girare” alla Regione per impiegarli sulla ferrovia Roma-Lido di Ostia.

Ieri mattina il Comune ha diffuso una nota per annunciare l’approvazione dell’”integrazione dell’Accordo di collaborazione tra Roma Capitale e Regione Lazio”. Integrazione è parola grossa, visto il contenuto della nuova delibera che dimostra quanto quello annunciato l’8 agosto fosse un atto unilaterale che la Regione non aveva mai accettato.

In sintesi, fra vecchio e nuovo testo, viene stabilito come usare questi soldi della Roma: 39,5 milioni dei 45 totali saranno spesi per potenziare l’alimentazione elettrica, realizzare due binari per l’inversione di marcia ad Acilia e tre a Tor di Valle con relativi scambi, predisporre nuovi sistemi tecnologici a Tor di Valle e Acilia. Più l’acquisto di due treni.

Gli altri 5,5 invece verranno spesi per il miglioramento della stazione Magliana della ferrovia per l’aeroporto di Fiumicino. Questi fondi provenienti dallo Stadio, si sommeranno ai 180 milioni già stanziati dalla Regione. Tutta roba già decisa nel primo accordo.

Le modifiche sostanziali riguardano l’acquisto dei nuovi treni che sarà deciso solo dopo monitoraggio e la validità dell’accordo inizialmente sottoposto all’approvazione da parte della Regione del progetto Stadio (dopo il voto in Campidoglio). La clausola ora è semplicemente soppressa.

Ora l’accordo dovrà essere ratificato con un’apposita delibera dalla Giunta Zingaretti. A quel punto gli atti potranno essere inseriti nel testo definitivo della Convenzione Urbanistica già pronto per la parte di contratto fra Comune e As Roma a luglio 2020. I problemi, però, rimangono tutti: per portare al voto la delibera di variante e convenzione occorre che la Roma e Eurnova firmino un “atto d’obbligo”, un impegno formale a dare attuazione a tutte le previsioni della Convenzione.

Cosa che però la Roma non ha intenzione di fare, almeno per ora. Anche venisse firmatol’atto d’obbligo, tuttavia, il collasso del Gruppo grillino in Campidoglio rende di fatto la Raggi priva di una maggioranza utile per approvare il progetto. Se sarà, se ne riparlerà col nuovo sindaco. Si legge su “Il Tempo”

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