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Nicolini: “Mkhitaryan talento assoluto”

Il vice ds dello Shakhtar ha parlato in vista della partita di giovedì

Tempo di tornare a giocare in Europa per la Roma, che dopo aver battuto per 1-0 il Genoa si ritroverà di fronte all’insidioso Shakhtar Donetsk allenato da Luis Castro.

In vista del match, Carlo Nicolini, vice direttore sportivo degli ucraini, ha parlato ai microfoni dell’emittente romana Teleradiostereo. Ecco qui le sue dichiarazioni:

Che tipo di realtà calcistica è lo Shakhtar Donetsk?
“Sicuramente è una realtà importante perché lo Shakhtar in questi anni ha dimostrato di essere una squadra a grandi livelli per quel che riguarda le competizioni europee è in assoluto la miglior squadra dell’est europeo, abbiamo un Presidente che ama il bel calcio, e quindi per questo investe parecchio sui brasiliani molto giovani, per poi anche rivenderli come è stato in questi anni, ne abbiamo ceduti tantissimi alle migliori squadre del calcio occidentale. E le condizioni per lavorare sono ottime, sicuramente la vetrina europea dà a questi brasiliani, ma anche agli ucraini, visto che ultimamente si stanno muovendo anche loro, due sono all’Atalanta, una possibilità di arrivare ai top campionati.”

La presenza costante dello Shakhtar nelle competizioni europee può dipendere dal fatto che il livello di competitività del campionato ucraino è sceso negli ultimi anni?
“Diciamo che in questi ultimi tre anni, da quando purtroppo c’è stata la guerra nel Donbass, sono rimaste due, tre squadre di vertice, quindi è più facile arrivare nei primi posti, ma non dimentichiamo che la seconda classificata in Ucraina deve fare tre turni preliminari per andare in Champions League. Prima della guerra c’erano più squadre in lizza, quindi il livello del calcio ucraino all’epoca, 3, 4 anni fa, era altissimo, tanto che lo Shakhtar ha vinto la Coppa Uefa, ed è arrivato in finale l’anno dopo perdendola contro il Siviglia. Poi anche le prestazioni sono confortanti, visto che si arriva spesso agli ottavi di finale di Champions League o ai quarti di Europa League, questo vuol dire che ci sono dei valori che vanno oltre il campionato locale.”

Qual è il segreto dello Shakhtar? È stato campione in Coppa Uefa nel 2008/2009, poi due semifinali, tra cui quella della scorsa stagione, una squadra che è molto internazionale e che può vantare una grande capacità nel fare scouting e scovare talenti brasiliani.
“Il segreto è la capacità di Lucescu e del suo staff prima e dei portoghesi ora di far crescere questi brasiliani che sono di talento, riconosciuti da tutti. Qui in Italia, o in Spagna o Inghilterra, non li comprano questi giocatori perché non hanno tempo, voglia o capacità di farli crescere. Mentre noi prendiamo, rischiamo, lavoriamo sul campo e poi siamo pronti a venderli perché già dietro di loro abbiamo preparato nuovi giocatori che sono pronti a subentrare. In Italia invece le squadre devono vincere subito, e dopo neanche un anno un giocatore appena preso viene venduto, o ci sono calciatori che non riescono a sopportare l’enorme pressione. Il nostro segreto è questo: lavorare bene per quel che riguarda lo scouting, ma poi anche lavoro sul campo con un impegno costante, molto minuzioso, sia a livello tecnico che umano.”

La sorprenderebbe se un club importante come il Milan, che sta cercando di rinnovare il contratto a Donnarumma, avesse puntato o pensasse al giovane portiere dello Shakhtar Trubin?
“Non eludo le domande, non mi sorprenderebbe perché per Trubin abbiamo già ricevuto delle proposte molto importanti non solo da squadre italiane. Ce ne sono arrivate due anche da squadre italiane, ma non il Milan, ma sono state rispedite al mittente perché quello che ci è stato proposto non è neanche la metà di quello che pensiamo possa valere Trubin. Alla richiesta ci potete arrivare anche voi, pensando al valore di un giovanissimo portiere che sta facendo già la Champions League e l’Europa League e un campionato ad alti livelli, oltre a essere anche nazionale ucraino.”

Un’altra caratteristica dello Shakhtar è quella di non sbagliare mai allenatore.
“Lucescu ha fatto un enorme lavoro, insieme al Presidente e alla società, poi dopo la guerra il Presidente ha deciso di provare un altro allenatore vista anche l’età di Lucescu: ha preso Fonseca, e ha puntato sui portoghesi anche per una questione di lingua,visti i tanti brasiliani in squadra. Fonseca è un allenatore ambizioso, preparato, è stato intelligente a capire che non doveva portare troppe modifiche, perché all’inizio ci aveva provato ma i risultati non erano stati soddisfacenti, quella squadra che prese Fonseca era già molto ben organizzata, e lui è stato bravo perché ha vinto 3 campionati, e quando si vince bisogna sempre fare i complimenti. Poi Fonseca ha avuto la vostra proposta (della Roma, ndr), e ha avuto la possibilità di andare in uno dei campionati più importanti a livello europeo, e noi abbiamo pensato a un portoghese che potesse sostituire Fonseca, e vediamo come va a finire. Ma è importante che l’allenatore sposi bene la filosofia del club, cosa che Fonseca forse non aveva fatto fino in fondo, non ha seguito quella che era stata la linea di Lucescu, cioè valorizzare i giovani per poi rivenderli. La filosofia del club era quella di vendere ogni anno uno due giocatori a 30, 40 milioni di euro, come William, Douglas Costa, Adriano, Fernando, Fred, negli ultimi 4 anni invece non è stato venduto nessuno.”

C’è aria di derby per voi visto che giocherete contro Fonseca?
“Rispettiamo tantissimo Fonseca e il club lo ringrazia per gli anni in cui è stato qui e le vittorie ottenute, noi per quanto siamo stati sfortunati nel sorteggio, perché in Champions siamo capitati in un girone complicatissimo e in questi ottavi di finale di Europa League, escluso il Milan, abbiamo pescato la squadra più complicata, siamo comunque felici di poter disputare questa partita. Perché per noi giocare gare di questo tipo significa anche avere una vetrina internazionale, e mostrare a tutti che siamo all’altezza di questa importante competizione europea. L’obiettivo è quello di passare il turno a prescindere da chi è seduto sulla panchina della Roma.”

A livello di calciomercato, qual è la differenza più grande riscontrata quest’anno in seguito a questa pandemia?
“È più difficile fare programmi a lunga scadenza, prima si sapevano quali erano i giocatori che si potevano vendere o comprare, i nostri brasiliani li facevamo crescere e poi li cedevamo, ma ora non è più scontato che le società occidentali abbiano i soldi per pagare i giocatori. Dunque anche i nostri investimenti sono in parte ridimensionati, noi possiamo comprare grandi talenti brasiliani, farli crescere e farli arrivare a una quotazione di 30/40 milioni, ora però non c’è la certezza che ci siano club disposti a pagare quelle cifre a causa della crisi economica, nonostante abbiano già esperienza europea e siano giocatori già formati.”

Mkhitaryan, che giocatore era?
“Fantastico, un talento assoluto, non solo a livello tecnico ma di intelligenza e rapidità a leggere le situazioni, a capire la sua posizione in campo, ad attaccare gli spazi, ha una qualità che pochi hanno, ed è un professionista a 360 gradi. È stata una mia scoperta quando aveva 16 anni, quindi mi fa molto piacere vedere la super carriera che ha fatto, e sono contento di vederlo ancora ad altissimi livelli nel campionato italiano.”

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