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Nela si racconta: “Bisogna esser pronti per indossare la maglia della Roma”

Mourinho

Nela si racconta, riflessioni tra passato e futuro

Sebastiano Nela, ex calciatore di Genoa, Roma e Napoli si è raccontato ad Italpress. Ha fatto delle riflessioni sul passato, sul futuro e sul calcio di oggi. Questo un estratto delle sue parole:

“Ho avuto la fortuna di giocare a casa mia col Genoa, la prima società d’Italia, poi con Roma e Napoli, tre piazze pazzesche con una passione straordinaria, dove i tifosi si fanno sentire all’esterno. Forse anche troppo ed è per questo che non tutti sono adatti a indossare queste maglie: bisogna essere pronti”

Da quasi dieci anni combatte contro un tumore al colon, ma nonostante ciò non perde la positività che lo caratterizzava e ripensa ai momenti felici in campo : “Non penso a questo compleanno come un traguardo particolare, guardo al futuro sperando sia più roseo. Spesso si dice ‘la partita più importante’, ma io non la vedo così, sarebbe troppo lunga per essere una gara. Il gol nel derby? Sicuramente fu una grande emozione, poi dipende da come si vive il calcio. C’è chi sente il gol in maniera particolare, per chi è normalità e per chi è la cosa più bella del mondo. Io ero contentissimo, anche perchè per il mio ruolo non capitava spesso. Quella partita la sentivo molto. E se segni nel derby puoi permetterti di vivere di rendita per qualche mese in città”.

La dedica di Venditti e la presenza del calcio nella vita di Nela

“Ero in stampelle per un infortunio, Antonello Venditti aveva da poco terminato il suo nuovo album e pensò di dedicarmi la canzone ‘Correndo correndo’. Se poteva vincere Sanremo? Adesso va di moda altro, magari all’epoca poteva starci. Ho cominciato a nove anni e non nascondo di aver pensato molte volte a quale atleta mi sarebbe piaciuto essere. Lo sport di squadra, però, lo ritengo bellissimo perché ci si aiuta, si condividono gioie e dolori con i compagni in campo e nello spogliatoio. Ma l’insegnamento più grande è il rispetto: per il gruppo, per la maglia, per la gente. Il calcio fa ancora parte della mia vita: ho collaborazioni con radio e televisioni, quindi bisogna essere preparati ma a prescindere da questo lo seguo perché mi piace. E poi con questi palinsesti si gioca praticamente ogni giorno e ci abbuffiamo di partite”

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