L’ex calciatore giallorosso analizza il mach della Roma contro il Napoli: “Bisognava intervenire tatticamente dopo dieci minuti”
Giuseppe Giannini, ex calciatore della Roma, ai microfono di ReteSport ha analizzato la partita di ieri tra Roma e Napoli. In questo lungo intervento alla radio ha messo in luce quali, a suo giudizio, sono state le carenze della squadra giallorossa.
Le sue parole:
“Parlare dopo è sempre facile, però si è visto dopo 10 minuti una Roma in totale balia dell’avversario. Zielinski aveva una facilità di inserimento e di gioco tra le linee, su Mertens c’erano tre difensori troppo stretti e le tre mezze punte alle spalle del belga avevano libertà di spaziare e creare pericoli. Ho pensato subito che la formazione iniziale fosse sbagliata. Se il piano gara era quello di provare a fare una partita aggressiva e offensiva, sarebbe stato meglio intervenire subito spostando Cristante sulla linea dei mediani, mettendosi a specchio col Napoli”
“I quinti della Roma erano sempre a metà strada, non riuscivano ad accorciare bassi o ad alzarsi. Pellegrini faticava ad accorciare su Mario Rui e Diawara era preso in mezzo dal centrocampo del Napoli, in evidente superiorità numerica. Sono aspetti che un tecnico deve comprendere immediatamente. C’è poi anche l’aspetto psicologico, ma Fonseca ha ritardato troppo nel leggere queste difficoltà”
“Motivazioni? Non posso non pensare che Fonseca prima della partita non abbia fatto un discorso di alto spessore per alzare l’asticella dell’attenzione e della cattiveria. Le parole a volte non bastano, serve l’intuizione durante la gara per capire dove intervenire tatticamente per tempo. E’ questo il binomio di un allenatore vincente”.