Dopo l’ennesima sconfitta in uno scontro diretto il futuro del tecnico portoghese sembra sempre più lontano dalla capitale
Ieri sera potrebbe essere arrivata la parola “fine” sul progetto tecnico di Paulo Fonseca alla Roma. La sconfitta con il Napoli, la sesta su 9 scontri diretti, ha riportato a galla vecchi problemi, distonie e accuse reciproche. Delle difficoltà nel rapporto tra i giocatori e l’allenatore s’è parlato tanto e spesso: mai come ieri però questa distanza è emersa nelle parole, prima ancora che nei comportamenti. Il futuro pare quasi segnato: in estate a meno di miracoli si cambierà, i Friedkin hanno già iniziato i casting, combattuti tra l’esperienza di Allegri e la freschezza del tedesco Nagelsmann.
Le lamentele di Pedro, lo sguardo perso di Dzeko e le parole di Pellegrini nel post gara sono la fotografia della situazione ormai sfuggita di mano all’allenatore portoghese. La prima, grande frattura s’era registrata dopo l’eliminazione di agosto col Siviglia negli ottavi di Europa League. Il tecnico chiese – verrebbe da dire impose – un’epurazione dei big dello spogliatoio. Fuori Kolarov (all’Inter) e lo stesso Dzeko (alla Juve), salvo poi dover fare retromarcia per dei dubbi sulle condizioni di Milik, l’erede designato. A gennaio nuovo fronte: le sei sostituzioni con lo Spezia, la nuova lite Dzeko-Fonseca, il bosniaco nuovamente venduto (stavolta all’Inter) e nuova retromarcia. La squadra ha sempre ammortizzato, ma ora è satura. L’Europa League resta di fatto l’unico fronte aperto per inseguire la Champions League. Ma è difficile che valga al portoghese la permanenza.
Ieri Allegri a Sky si è messo sul mercato, mentre sembra che i Friedkin, attraverso il loro casting, abbiano trovato in Nagelsmann (allenatore del Lipsia) la figura ideale alla quale affidare il prossimo progetto tecnico. Due filosofie opposte tra cui scegliere: la corsa con vista sul futuro è iniziata. Quella di Fonseca sembra arrivata invece al capolinea. Lo riporta La Repubblica.