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Burdisso: “Mou può diventare l’imperatore di Roma”

“Aprirà un ciclo, è uno dei pochi che può gestire una piazza del genere, dove serve un tecnico  che sia in grado di guidare non soltanto i calciatori”

Nicolas Burdisso ha lavorato un anno all’Inter con José Mourinho. Se n’è andato nell’estate 2009 e non è stato tra i protagonisti della stagione del triplete, ma l’argentino lo conosce bene. «L’ho sentito anche pochi giorni fa» ha ammesso sorridendo. Si legge sul Corriere dello Sport.

Le aveva anticipato che sarebbe andato alla Roma?
«No. Ci siamo salutati come succede ogni tanto perché ci stimiamo. Siamo rimasti in contatto».

Qual è stata la sua prima reazione quando ha saputo che era diventato tecnico della Roma?
«Appena letta la notizia che la Roma non avrebbe proseguito con Fonseca, ho capito che qualcosa stava succedendo perché i Friedkin sono proprietari che lavorano in maniera pratica e molto precisa. A Roma non si può stare senza allenatore per 2-3 giorni… Appena è uscita la “bomba” su Mourinho ho capito che la strategia era stata intelligente. La definirei una scelta ben fatta».

Qual è il primo ricordo che le viene in mente di Mourinho?
«Impossibile dirne uno perché abbiamo vissuto momenti bellissimi tra campo, spogliatoio e vita di tutti i giorni. E’ eccezionale».

La sua dote principale è…
«L’abilità nel creare un rapporto speciale con le persone, un qualcosa che va oltre il calcio».

Pochi allenatori hanno vinto come il portoghese. Sotto questo aspetto è una garanzia.
«Certamente. Ha un’esperienza pazzesca e una bacheca di trofei da far paura».

Riuscirà a vincere anche sulla panchina della Roma?
«Secondo me aprirà un ciclo. Vincere a Roma non è semplice e porre obiettivi al di là della realtà non è giusto. Di certo Mourinho è un allenatore vincente con un bagaglio d’esperienza super».

Servirà una rivoluzione nella squadra per accontentarlo?
«Non credo. Secondo me saranno necessari pochi innesti perché la rosa è ben costruita. Lui aggiungerà carisma e leadership».

Chi diventeranno i giocatori chiave per lo Special One?
«Pellegrini sono convinto che con lui farà un ulteriore alto di qualità. Ibanez e Kumbulla miglioreranno il loro rendimento perché Mourinho dà una grande organizzazione difensiva, ma mi aspetto che pure Veretout sia fondamentale. E occhio a Diawara: per me può essere una sorpresa».

E Dzeko?
«Per José il centravanti è fondamentale. E Dzeko… è Dzeko».

Che modulo sceglierà secondo lei per la Roma?
«Nella sua carriera ha usato spesso il 4-2-3-1 o 4-3-3, ma lui gioca tante partite dentro la stessa. In Inghilterra non hai la possibilità di cambiare molto in corsa, mentre in Italia i giocatori sono più rapidi a interpretare durante la sfida diversi moduli. Secondo me sorprenderà tutti come ha già fatto all’Inter».

Mourinho resisterà alla pressione della piazza di Roma?
«Uno dei pochi che può gestire una piazza così è proprio lui. A Roma devi capire non solo quello che succede in campo, ma anche l’umore dei tifosi, i momenti… della Città Eterna e della politica. Ci vuole una persona dinamica, un tecnico che non sia bravo a guidare “solo” i calciatori. Lui ha tutte queste doti».

I giornalisti romani già immaginano le sue conferenze stampa esplosive.
(Ride) «Ne ricordo alcune niente male… E’ stato il primo a capire che le gare le inizi a vincere in conferenza stampa, il giorno prima. Nella comunicazione è un maestro. Non solo con i suoi uomini, ma anche con l’esterno. E’ un personaggio a livello mondiale che trasmette positività».

Con lui la Serie A sarà ancora più spettacolare e seguita?
«Di sicuro. Mou è una garanzia».

Tiago Pinto, insomma, ha fatto un gran colpo.
«Tanto di cappello per come ha lavorato. Nessuno sapeva niente e la notizia ha colto tutti di sorpresa. Nel 2021, con il mondo dei social e dei media sempre scatenati, è stato incredibile».

E quando Mou si troverà di fronte l’Inter, cosa succederà?
«Penso che per lui sarà una gara speciale, un momento bello, perché tornerà in uno stadio dove ha vinto tutto. Gli interisti lo applaudiranno anche da avversario. In fondo andando alla Roma non ha tradito l’Inter. Se fosse andato alla Juventus o al Milan…».

A proposito di Inter, contento per lo scudetto dei nerazzurri?
«Sì, molto. Mi ha ricordato quello che abbiamo conquistato nel 2006-07, con 5 giornate d’anticipo. E’ stato un trionfo meritato».

Conte ha aperto un ciclo?
«Penso di sì. E’ un vincente e lo dimostrerà anche in futuro».

La vedremo lavorare nelle vesti di direttore sportivo in Italia?
«Sto avendo colloqui con diversi club nel mondo e magari è solo una questione di tempo… Il vostro campionato è quello che conosco di più, ma intanto faccio delle consulenze con le società che mi cercano».

Chiudiamo con una sua frase su Mourinho per i tifosi della Roma.
«Preparatevi: arriva uno che può diventare un imperatore».

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