Corsa al 7° posto: conta per l’Europa e il mercato
Il cuore, a volte, può portare fuori strada. Probabilmente, per un tifoso medio della Roma, che tre anni fa viveva la doppia semifinale di Champions contro il Liverpool, centrare quel 7° posto che vale l’ingresso alla neonata Conference League per il momento non provoca nessun palpito.
Dall’altra parte, invece, se il Sassuolo sorpassasse all’ultima curva i giallorossi, vivrebbe l’Europa con un orgoglio non certo superfluo. Eppure, per tutti, questo è il momento di mettere in campo la ragione, perché – soprattutto per i giallorossi – non centrare una manifestazione europea innescherebbe una serie di effetti collaterali da non sottovalutare, così come ai neroverdi, avendone la possibilità, farebbe bene proseguire il loro percorso di crescita.
In quel cielo, però, ci sarebbe anche un tesoro ad attendere l’italiana che andrà in Conference. Due giorni fa, infatti, la Uefa ha inviato ai club le somme a disposizione della manifestazione, che sono risultate più alte del previsto. Non è un mistero che le italiane – ma soprattutto la Roma – approdino alla manifestazione con le stimmate riservate alle favorite.
Così un ragionevole approdo ai quarti o alle semifinali, varrebbe circa 15 milioni («market pool» compreso), mentre una finale ne varrebbe circa 20, escludendo gli incassi da botteghino che dovrebbero ritornare. Non basta. I risultati conseguiti varranno anche per il ranking e quindi, una volta riammessi alle coppe più importanti, per avere collocazioni migliori.
Proprio per questo i Friedkin e José Mourinho – a dispetto delle complicazioni dei turni infrasettimanali – non vogliono perdere l’occasione di aumentare il budget per il mercato e potenziare una rosa che potrà tornare a contare su Zaniolo. Scrive La Gazzetta dello Sport.