Una finale di Coppa Italia si può perdere, ma giocare una finale di Europa League avrebbe avuto tutt’altro sapore
Oggi non sarà un giorno normale per tanti tifosi romanisti. Eh sì perché, nonostante l’effetto Mou e il sollievo che questa stagione sia finalmente finita, c’è un angolo delle ragioni e dei sogni che è rimasto spezzato sul più bello, a 45 minuti da una finale.
Perché di base la Roma, nella sua ottima Europa League, ha sbagliato quello: 45 minuti.
Quel maledetto secondo tempo di Manchester, dove i giallorossi non avevano ben compreso la posta in palio o quanto fosse prezioso il risultato maturato all’intervallo. Tanto da difenderlo con le unghie e con i denti, tanto da mettere un bel “bus” davanti alla porta per mantenere intatte le chance di qualificazione alla finale di Danzica.
Dove stasera sarà in campo un Manchester Utd forte, ma non irresistibile, con grandi individualità ma con una scolastica organizzazione di gioco, che affronterà il Villarreal di Emery in una finale dal risultato incerto.
Ed è questa l’assenza che fa più male, il posto in una finale europea dal risultato aperto, dove sognare, battersi e prepararsi a qualsiasi risultato: la cocente delusione o il trionfo europeo.
Non c’è finale di Coppa Italia che non possa esser rigiocata e vinta, molto più complicato tornare in fondo ad un competizione come l’Europa League, con la reale possibilità di portarla in bacheca.
Dal 2013 ad oggi la Roma ha giocato due semifinali europee, dall’altra parte hanno raramente messo il piede fuori dai confini nazionali, ancora inebriati da un successo che non va oltre il cap romano.
Ma c’è chi guarda alla luna e chi si ferma al dito, chi costruisce e guarda al futuro e chi rimane malinconico a sorridere davanti all’album dei ricordi.
Benvenuto Mou, che Danzica possa essere l’ultimo dei rimpianti.