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Con la Triestina basta Zalewski. Mou, una telecamera solo per lui

Mourinho

Decide il gol del giovane Zalewski

Prima di Mourinho, l’onore di avere una telecamera personalizzata puntata addosso era toccato solamente a Cristiano Ronaldo e, prima ancora, a Francesco Totti, nel giorno del suo addio al calcio giocato. Così grazie alla “Mou Cam“, inchiodata sullo Special One dalla regia di SportItalia, è lampante quanto il vero protagonista della prima uscita estiva della Roma lontano da Trigoria, visibile a stampa e tifosi (la terza del precampionato giallorosso) sia il portoghese.

Smorfie, indicazioni, sospiri, mentre in campo prende forma la sua creatura, ancora senza nessun nuovo acquisto (Rui Patricio non è stato convocato e Vina arriverà nei prossimi giorni). La Triestina diventa uno sparring partner di buon livello (squadra di serie C), per testare gli embrionali esperimenti dello Special One. E i giallorossi vincono (0-1), grazie al gol, a inizio ripresa, di uno dei più giovani aggregati alla prima squadra: Nicola Zalewski, trequartista, classe 2002, entrato al posto di Pellegrini.

“La fiducia del mister è importante — le parole del ragazzo — contenti di questo ottimo test e cercheremo di fare una grande stagione“. Prova a partire forte, la Roma: Mkhitaryan, Pellegrini, Zaniolo e Dzekocentravanti, Mourinho mette in avvio tutti i titolari in attacco, eppure il risultato lo sblocca Zalewski, diciannovenne polacco, con cittadinanza italiana, proveniente dalla Primavera e balzato sulle prime pagine per la rete realizzata la scorsa stagione all’esordio, in semifinale d’Europa League contro il Manchester United. I

l giovane trequartista è tra i ragazzi quello che più ha colpito Mourinho, quello che il tecnico considera più pronto. In evidenza anche il centrocampista Bove, altro 2002, sempre dal settore giovanile. Confermato capitano Pellegrini, con Dzeko suo vice. I

l modulo è chiaramente il 4-2-3-1, sistema provato anche in allenamento, e durante i primi due test di Trigoria. Tre indizi fanno una prova e sembra proprio che il portoghese sia indirizzato su questa strada tattica. Chiede pressing, intensità, velocità, José, ma la squadra è inevitabilmente appesantita dai giorni di lavoro, e i meccanismi sono poco rodati.

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