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Amarcord, 3 agosto 2011: scompare Stig Sundqvist. Lo svedese che riportò la Roma in Serie A (FOTO/VIDEO)

Trionfatore in patria ed eroe della nazionale svedese degli anni ’50. Si trasferì a Roma nell’anno della retrocessione e restò, per spirito di sentimento e attaccamento nei confronti dei tifosi giallorossi, con la promessa (mantenuta) di tornare subito in Serie A

Le origini calcistiche di Stig Sundqvist e il mondiale in Brasile del 1950

Stig Sundqvist nel 1950/1951 con la maglia della Roma

Stig Sundqvist nasce il 19 luglio 1922 a Vittjärv nel Boden, un comune svedese di 27.415 abitanti, situato nella contea di Norrbotten (è noto che Sundqvist è stato il primo calciatore a diventare un professionista della contea di Norrbotten). La sua carriera calcistica la sviluppa tutta interamente con la maglia del Idrottsföreningen Kamraterna Norrköping, meglio noto come IFK Norrköpingsquadra con cui ha vinto ben 5 campionati nazionali: nel 1943, 1945, 1946, 1947 e 1948. Ma anche 2 Coppe di Svezia nel 1943 e nel 1945.

Poca roba, penseranno gli amanti del calcio contemporaneo, e invece per la Svezia tanto in ambito club quanto in ambito nazionale, il calcio della decade compresa tra gli anni ’50 e gli anni ’60 è stata l’epoca d’oro della Svenska Fotbollförbundet.

E Stig Sundqvist, possente attaccante, è stato uno dei protagonisti anche della nazionale svedese di questa decade così importante per il paese nordico. Sundqvist, insieme anche all’altro connazionale e compagno di squadra del IFK Norrköping Knut Nordahl, si fece notare proprio dalla AS Roma, ma anche dal calcio italiano ed europeo, nel corso dei campionati mondiali del 1950.

Le statistiche di Stig Sundqvist nella Coppa del Mondo 1950. Fonte: globalsportsarchive.com

La sconfitta azzurra e gli occhi del mercato italiano sulla Svezia

Il 25 giugno di quell’anno presso l’Estadio Municipal do Pacaembu (São Paulo, Brasile), l’Italia allenata da Ferruccio Novo, Aldo Bardelli e Roberto Copernico esce sconfitta per 2-3 nella prima partita del Gruppo 3 della fase a gironi del Mondiale. Agli azzurri non sono bastate le reti di Carapellese al 7′ e di Muccinelli al 75′.

La formazione svedese che sconfisse per 2-3 l’Italia nei mondiali del 1950. Fonte: fotbollsweden.se

Per la Svezia ci pensa infatti un irrefrenabile Jeppson che sigla una doppietta (25′ e 69′) e la rete di Andersson (33′). Quando il fischietto svizzero Lutz sancisce il definitivo 2-3 svedese sull’Italia il calcio del Belpaese, e in particolare la squadra della capitale, nota tre giocatori arcigni e dalle grandi qualità fisiche e tecniche: si tratta proprio di Stig Sundqvist (peraltro autore di 3 gol in 5 partite),  Knut Nordahl e Sune Andersson.

Il percorso della Svezia, allenata dal ct inglese George Raynor, porterà ad una storica medaglia di Bronzo (migliorata solo nel 1958 con l’argento ai mondiali svolti proprio in patria), alle spalle solo del Brasile e dell’Uruguay – quell’anno campione del mondo e fautore del Maracanazo grazie alla rete di Alcide Ghiggia, altro storico giocatore dei giallorossi.

L’approdo in giallorosso e la retrocessione

E così, dopo un percorso trionfale della Svezia nella Coppa del Mondo del 1950, Stig Sundqvist viene acquistato dalla Roma, che all’epoca navigava in un periodo di vera e propria crisi. Insieme a Sune Andersson e Knut Nordahl i giallorossi si assicurarono infatti tre giocatori che fanno del carattere, della quantità e della continuità i loro punti forti. Ma l’esperienza di Sundqvist, di Nordahl e Sune Andersson è deficitaria, perché il metodista Adolfo Baloncieri – all’epoca allenatore dei giallorossi – non riesce a trasmettere alla squadra le proprie idee di calcio basate su un modulo di vecchio stampo.

I tre svedesi che vestirono la maglia giallorossa nei primi anni ’50 con l’allenatore Adolfo Baloncieri: Knut Nordahl, Stig Sundqvist e Sune Andersson
Fonte: sjobergbildbyra.se

Sundqvist impiega un girone intero per adattarsi al calcio italiano e nel girone di ritorno le sue prestazioni iniziano ad essere convincenti ed arrivano anche i primi gol con la maglia giallorossa. Ma non basta, la Roma cade ingloriosamente in Serie B. Nonostante questo Sundqvist vive la sua permanenza nella capitale con un certo senso di debito nei confronti dei tifosi e decide quindi di restare per guidare il club giallorosso ad un repentino ritorno nella massima serie. Il bottino dello svedese alla fine del campionato fallimentare fu comunque di 35 presenze e 9 reti.

Il debito saldato, l’immediato ritorno in Serie A

Così è stato: l’anno seguente i giallorossi vinsero dominando il campionato cadetto. La squadra del presidente Pier Carlo Restagno e allenata da Gipo Viani torna quindi in Serie A. Sundqvist fu protagonista assoluto con 32 presenze e 9 gol (Insieme a Carlo Galli 12 reti, Lorenzo Bettini 9 reti e Adriano Zecca 9 fu il trascinatore vero di una stagione fondamentale nella storia giallrossa). Nella stagione 1952-53 dopo 11 presenze e 2 reti siglate in Serie A con la maglia della Roma subì un grave infortunio al legamento crociato. Sundqvist decise quindi di tornare in patria allenando e giocando diverse squadre locali sapendo di aver mantenuto la promessa nei confronti dei tifosi giallorossi: riportare la squadra dove merita.

La formazione della Roma che vinse il campionato di Serie B 1951-1952. In piedi: Nordahl, Bortoletto, Venturi, Cardarelli, Zecca, Sundqvist, Andersson. Accosciati: Acconcia, Perissinotto, Tre Re, Albani. Fonte: Wikipedia

La vita dopo il calcio e gli ultimi anni di Stig Sundqvist

Nel 1969 con la famiglia si trasferì a Jönköping, dove Stig Sundqvist lavorò nel settore edile, ma anche come elettricista per diventare poi insegnante professionale fino al suo pensionamento. A metà degli anni ’90 fu coinvolto in un grave incidente investito da una roulotte e passò un lungo periodo di degenza. Il presidente della Norrbotten Football Association, come sottolineato dal portale svedese nsd.se, Robert Lindstrom, lo ricorda come uno dei più grandi calciatori provenienti da Norrbotten.

Nella notte tra il 3 e il 4 agosto 2011, Stig Sundqvist si è spento, all’età di 89 anni, nel proprio letto addormentandosi. La cronaca locale lo ha celebrato come: “Tra i più grandi calciatori della storia svedese”.

La figlia Agneta Viberg lo ricorda proprio come lo ricordano i tifosi giallorossi dell’epoca:
“Era un combattente incredibile”.

Fonte: www.nsd.se
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