L’ex portiere giallorosso ha rilasciato un’intervista a New Sound Level 90 FM
Franco Tancredi, grande ex portiere giallorosso, ha rilasciato un’intervista a New Sound Level 90 FM. L’ex calciatore giallorosso ha detto la sua sulla Roma di Mourinho e sulla fine del mercato, ma ha toccato anche altri temi. Intervenuto durante “Il Diabolico e il Divino”, format radiofonico condotto da Giuseppe Falcao, Simone Elleppi e Gabriele Ziantoni, l’ex numero uno giallorosso ha anche parlato del suo passato nella Capitale. Ecco le sue dichiarazioni:
Un voto al mercato della Roma?
“Tra l’otto e il nove. Mourinho ha fatto un lavoro certosino. Forse è mancata la ciliegina sulla
torta: un mediano”.
Il passaggio di Donnarumma al PSG?
“Ha scelto il portiere o qualcun’altro? Sappiamo come funzionano le cose… A me dispiace
molto perché Donnarumma è un talento, ha mostrato continuità, ha fatto un Europeo
ottimo. In più si contende il posto con Navas che non mi fa impazzire. Io non avrei mai
accettato una concorrenza simile: Donnarumma ha maggiori qualità, è più giovane. Avrei
rinunciato a qualcosa pur di rimanere al Milan. Il PSG continua a costruire squadre con le
figurine…”
Di Rui Patricio che ne pensi?
“E’ un portiere internazionale, esperto, sul quale si può fare affidamento. Certo tra un paio
d’anni bisognerà tornare sul mercato e investire in un ragazzo giovane. Io punterei su Meret:
ha potenzialità incredibili, così come Cragno, non molto alto ma estremamente reattivo”.
A tuo avviso Pau Lopez, che possiamo dire ha fallito a Roma, aveva evidenti limiti tecnici o
era anche allenato male?
“Nel mondo, i preparatori italiani sono superiori a tutti gli altri. Lavorano moltissimo sulla
tecnica, sulla fisicità, sui fondamentali. Se potessi, non sceglierei mai portieri stranieri,
altrimenti rischi ti accada quello che è successo a me con Stekelenburg. Non apprezzava i
nostri metodi: facendo così il calciatore non migliora e dimentica anche quello che sa. Pau
Lopez comunque ha mostrato poco carattere e tanti difetti”.
Fabio Capello-Jose Mourinho: quanto sono simili?
“Mourinho l’ho conosciuto in Inghilterra, quando lavoravo per la Nazionale: ci incontravamo
spesso negli stadi. Non è solo un semplice allenatore ma un manager a tutto tondo: ha
personalità, attrattiva, sa dare stimoli ai suoi calciatori. Ricordate i giocatori della Roma?
Insicuri, titubanti. Mourinho ha cambiato tutto in un mese. E’ una caratteristica tipica di
manager come Lippi, Capello, Sacchi: sanno comunicare come pochi”.
E Luis Enrique che hai conosciuto proprio a Roma?
“Luis era arrivato con tantissime aspettative. Cresciuto nella scuola del Barcellona, voleva
cambiare non solo Trigoria ma l’intero ambiente. Non c’è riuscito anche perché la proprietà
dell’epoca non lo aveva proprio capito. Gli chiesi: “Perché te ne vai?”, mi rispose: “Non
faranno mercato e alla terza giornata del prossimo campionato mi cacceranno. Vado via da
solo…”