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Benatia: “Avevo fatto un patto con Sabatini. Fu la società ad avere la necessità di vendermi”

Mehdi Benatia è tornato a parlare di Roma. Il suo racconto della tanto chiacchierata cessione al Bayern Monaco

Mehdi Benatia oggi ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Rete Sport. Ecco le sue parole:

Il tuo ricordo dell’esperienza a Roma?
«Mi è rimasto soprattutto l’amore che abbiamo creato nello spogliatoio e l’affetto del pubblico. Arrivai in un momento difficile, c’erano contestazioni del pubblico, mi chiesi dove fossi arrivato. C’era un clima particolare, si era persa la finale con la Lazio. Partimmo subito forte, mi ricordo che molti si chiedevano se potessi sostituire Marquinhos, non fu facile inserirmi, ma ero venuto con l’idea chiara, dovevo riportare la Roma al suo posto. Era quello che promisi a Sabatini quando lo incontrai: “non mi interessa chi va via o rimane” – gli dissi – “in tre anni ho portato l’Udinese in Europa, ti garantisco che farò parte di una Roma che tornerà in Champions”. A lui è piaciuto tanto questo discorso e iniziammo alla grande. 10 vittorie, poi abbiamo avuto un calo e la Juve fece più di 100 punti, ma fu una stagione straordinaria. A Roma è il posto dove mi trovavo meglio, comprai una casa a novembre e volevo rimanere. I dirigenti dell’epoca fecero capire che volevo andare via io e mi dispiace perché molti tifosi hanno creduto loro. Hanno sempre venduto tutti per fare cassa, invece di costruire una squadra per vincere»

Cosa accadde poi?
«A dicembre del primo anno a Roma potevo andare allo United, avrei guadagnato 4 volte di più di quanto guadagnavo a Roma, ma rifiutai, perché avevo un patto con Sabatini per riportare la Roma in Champions, poi a fine stagione avremmo deciso, ma dissi loro che avrei fatto quello che serviva per il bene della Roma qualora avessero avuto necessità, ma ribadisco: io non volevo lasciare la Roma. Voglio bene a Sabatini, è una grande persona, ma a fine stagione mi presentarono un’offerta di rinnovo che non era quella che mi aspettavo. Il City mi voleva ma rifiutai ad giugno, perché a gennaio la Roma mi aveva promesso il rinnovo ma non arrivò. Quando tornai capii che mi volevano vendere, ma non ho mai chiesto i soldi che poi mi avrebbe dato il Bayern. Chiesi uno stipendio per sentirmi importante dentro lo spogliatoio, ma non cifre folli. Passai per str***o, ma non accetterò mai questa cosa, perché fu la società ad avere queste necessità. I tifosi devono sapere la verità e se ne sono resi conto dopo. Sabatini è uno dei migliori in Italia, con Massara, hanno fatto un lavoro straordinario, sono persone speciali, guardate ora Massara e Maldini al Milan, non era ovviamente colpa loro, ma della proprietà. Un presidente della Roma che veniva due volte l’anno, ma come si fa? In una piazza come Roma? La Roma dovrebbe lottare per vincere la Champions ogni anno con la tifoseria che ha. Al Bayern hanno squadra e società top, ma non c’è la passione della tifoseria giallorossa»

La tua Roma oggi vincerebbe il campionato?
«Ditemelo voi con gente come me, Castan, De Rossi, Totti, Maicon, Salah, oppure Nainggolan, Marquinhos… Avremmo vinto la Champions, altro che campionato. La Juve ha vinto perché ha costruito un ciclo con tanti giocatori importanti. Non può essere colpa degli allenatori. Non si possono vendere i giocatori continuamente”.

Mourinho?
«È un fenomeno, merita di vincere, spero che lo faccia a Roma come ha sempre fatto. Ma in futuro dovranno fargli una squadra più forte. Il direttore Lombardo è una grande persona, farà molto bene alla Roma, l’ho conosciuto alla Juve. Tiago Pinto è molto in gamba, faranno bene, la Roma oggi è in mano a grandi persone, oggi c’è una società seria, che farà le cose per bene, la squadra sarà rinforzata, con Mourinho, la Roma è sul cammino giusto per cercar di vincere dei titoli, perché la gente merita di vincere. La Roma è entrata nel cuore di Mourinho, lo avete visto, ha lavorato dappertutto, ma si è emozionato. Lo conoscevo già perché veniva spesso in Qatar per BeinSport, mi cercò anche nelle sue squadre quando giocavo, gli ho sempre detto che lavorare con lui sarebbe stato il massimo. È una persona di spessore che non ci sono più nel calcio. L’ho visto molto rilassato e l’ho trovato carico”.

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