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Mourinho, la quinta sinfonia: “Vincere è più difficile, ma con questa Roma si può fare la storia”

Le parole dello Special One

La parola chiave è curiosa: “Dimenticare“. José Mourinho evoca un verbo che porti quasi a una cancellazione del passato. Ciò che è stato non conta niente. Vale solo il presente, e tutto il futuro che si potrà modellare grazie a esso. “Dobbiamo dimenticare il fatto che potremmo vincere il nostro primo trofeo Uefa – spiega proprio al sito dell’organizzazione calcistica europea -. Occorre trattare una finale come una partita secca che porta pressione, tensione e senso di responsabilità. Serve solo pensare alla finale e all’avversario che affrontiamo”.

Mourinho avvisa: “Il Feyenoord è un grande club, che ha tradizione e per arrivare fino a Tirana ha eliminato una squadra come il Marsiglia. Si può solo riconoscere i loro meriti”. 25 i trofei vinti dallo Special One, di cui 4 al livello europeo nelle 7 finali disputate finora. Ovvero: una Coppa Uefa, due Champions e una Europa League.

Ma Mourinho non si accontenta e cosi “rivendica” anche la Coppa delle Coppe vinta come assistente di Bobby Robson al Barcellona nel 1997. “Se riuscirò a vincere quattro competizioni europee con quattro squadre diverse, non dimenticherò mai la prima, che è stata la Coppa delle Coppe come assistente. Ogni volta che mi sedevo accanto a lui in panchina, mi sentivo molto orgoglioso”.

Orgoglio che non ha perso neppure giocando la Conference League, cioè una coppa teoricamente minore rispetto a quelle a cui è stato abituato finora. “Questo è il livello in cui siamo, la competizione che giochiamo. Il club non raggiunge una partita come questa da molto tempo“, spiega con realismo.

In ogni caso, il portoghese non snobba la finale di Tirana. “Ogni nuovo traguardo significa più del precedente. Vincere il primo può succedere facendosi trovare nel posto giusto al momento giusto. Vincere la seconda volta è più difficile della prima volta e vincere la terza volta è più difficile della seconda. Una cosa è raggiungere il successo e vincere in un determinato periodo di tempo, un’altra è farlo per tutta la tua carriera“. Lo scrive “La Gazzetta dello Sport”.

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