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Zaniolo: “L’interesse delle grandi squadre mi fa piacere. Erede di Dybala? Vedremo”

Le parole del 22 giallorosso

Nicolò Zaniolo ha parlato al quotidiano. Il numero 22 della Roma, eroe di Tirana col gol che ha riportato i giallorossi ad un successo dopo 14 anni, ha affrontato diverse tematiche: dalla stagione appena conclusa fino al futuro. Queste le parole del romanista.

“L’obiettivo di quest’anno era non fermarsi, riprendere continuità e tornare ad essere un calciatore. Ho segnato 8 gol, che a qualcuno sembrano pochi, ma era da folli pensare che potessi farne 25-30 dopo due anni senza pallone. E poi, abbiamo regalato ai nostri tifosi un trofeo che mancava da tantissimo. Quindi, è andata benissimo“.

Corteggiato dai brand di moda come dai top club del pallone, è con il gol al Trabzonspor, 400 giorni dopo l’ultimo, che Nicolò si è sentito di nuovo lui, NZ22. “Lì mi sono detto: ecco, sei finalmente tornato a giocare. E con quello al Feyenoord, nella finale di Conference League, ha restituito a Roma l’amore che aveva ricevuto quando era in lacrime e stampelle. In mezzo la prima tripletta della carriera, al Bodo: “La partita perfetta, quella dove ti riesce tutto“.

Il Mondiale era un obiettivo e sono dispiaciuto, ma sono anche abituato a rincorrere, nel mezzo ci saranno altri obiettivi”. Rincorrerà Mancini e il futuro. Fosse per lui, il futuro se lo mangerebbe a morsi. Ma la vita gli ha già insegnato che è meglio stare schisci, come dicono a Milano.

Mourinho gli ha anche insegnato a guardare la partita dalla panchina senza fiatare, mordersi la lingua e correre in campo (di allenamento!) a lavorare di più. Quindi, se prima era bravo ora è bravo, anche a rispondere. Soprattutto se si parla di mercato: “L’interesse delle grandi squadre mi fa piacere: se pensano a te vuol dire che vali. E questo no, non mi distrae né mi fa montare la testa. Piuttosto mi alleno ancora più motivato: voglio dimostrare che sia giusto essere accostato a questi top club“.

Che sono Juve, da un bel po’. E poi Milan. E anche Newcastle. Chissà. La Roma non lo molla così facilmente, chiede 65 milioni cash e senza contropartite. E lui non andrebbe via a cuor leggero: “Se dovesse succedere, mi mancherebbero tante persone, non solo Abraham“.

Il paragone con Dybala, quasi lo imbarazza. “Mi sembra anche eccessivo essere paragonato a lui. Lui è unico, un giocatore fantastico, fortissimo. Vediamo. La vita è imprevedibile, non si sa mai cosa succede. Io mi alleno. E aspetto“.

Dybala è quello che è corso a consolarlo la prima volta che Nicolò è finito in barella, in quel Roma-Juve del 12 gennaio 2020, crociato rotto. Ma il suo idolo, quello con cui sognava di giocare perché sino a un anno fa gli era riuscito solo alla Play, si chiama Ibrahimovic. “Ecco, tra gli obiettivi raggiunti in questa stagione c’è la nostra partita insieme, che hanno vinto loro 3-1, ma che per me è stata comunque bellissima. Io ho coronato un sogno. Non ho avuto il coraggio di avvicinarmi, mi sono vergognato… Ma l’ho studiato da lontano: per l’approccio alla partita, per come si muove da leader carismatico, Ibra è un fenomeno. E sono contento che abbia vinto lo scudetto, lui ha riportato in alto il Milan e se lo meritava. È l’ultimo? Se lui ha ancora voglia…”. Lo scrive La Gazzetta dello Sport.

 

 

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