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Mourinho: “I talenti devono essere cattivi”

Le parole dell’allenatore della Roma dopo la gara di Europa League vinta all’Olimpico contro l’HJK Helsinki

La classe repentina di Dybala, che sblocca la partita in settanta secondi. La verve di Zaniolo, che cresce con il passare dei minuti fino a produrre due assist. L’entusiasmo di Belotti, che mostra la cresta per la prima volta. E poi Pellegrini che segna di petto, liberandosi dal fardello dell’astinenza. Ci sono buoni motivi per sorridere nella Roma, anche se l’avversario finlandese era modesto ed è diventato praticamente inerme dopo l’espulsione del proprio capitano.

José Mourinho ha ottenuto il risultato che voleva senza spendere troppe energie in vista della grande sfida di domenica contro l’Atalanta. Certo, il primo tempo non è stato soddisfacente. E non è un caso che sia stato Dybala, subito dopo essere entrato in campo, a portare i compagni sulla strada maestra.

“Dybala ha sbloccato il risultato con uno dei suoi colpi – osserva Mourinho – ma la squadra nel secondo tempo è entrata tutta con un altro atteggiamento rispetto al primo. Anche tatticamente, con due difensori, abbiamo cambiato ritmo sfruttando la superiorità numerica. Mi dispiace per l’Hjk, che aveva cominciato bene la partita e ha dovuto poi affrontarla con un uomo in meno. Ora però noi possiamo pensare alla doppia sfida contro il Betis, che deciderà il destino del girone“.

Mourinho non pensa che l’eventuale passaggio alla difesa a quattro possa stravolgere il rendimento della squadra: “La qualità principale di una squadra è nascondere le difficoltà. È quello che proviamo a fare. Non sempre ci riusciamo perché gli altri allenatori ci studiano. Ma non è un problema di strategia, o di moduli. È un discorso di assieme, un puzzle da incastrare”.

Come crescere in prospettiva? “Serve più cattiveria, anche da alcuni giocatori di talento che abbiamo in attacco. Voglio vedere miglioramenti nella costruzione, nella circolazione della palla». Scherza – ma non troppo – su Belotti: “Anche il Gallo ha già questa malattia, sprechiamo troppe opportunità per segnare. Lui non deve pensare ai colpi di tacco ma a fare gol, anche di culo, come vuole“.

Si legge sul Corriere dello Sport.

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