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Spalletti e il fantasma di Mou

L’uomo di Certaldo ha dovuto faticare, l’allenatore della Roma ha avuto la strada spianata

Napoli-Roma di domani: l’ennesima cruna dell’ago dove far passare il filo di fantasmi enormi come cammelli. La sfida dell’anno per l’uomo di Certaldo. Per almeno 3 ottimi motivi. Il dover tenere invariata la distanza di sicurezza dalle rivali, togliendone una definitivamente di mezzo. La Roma. Il capitolo più intenso e controverso della sua storia di allenatore. José Mourinho. Al netto delle dovute e non del tutto insincere dichiarazioni di stima, il suo vero antagonista. Il suo altro da sé. José è l’inferno di Lucio. L’esistenza di José è lo schiaffo permanente alla sua vita. José è tutto quello che Lucio avrebbe voluto essere e non è nel suo libro dei sogni e tutto quello che non potrà mai essere nella vita reale di tutti i giorni. José è nato con la camicia. È l’allenatore che viaggia da sempre in Bentley, nel lusso, è il Seduttore che può chiedere tutto perché tutto gli sarà concesso, è l’Incantatore che fa giocare un calcio povero alle sue squadre, alla “sua” Roma (sua di Mourinho ma anche di Spalletti), avendo comunque la folla adorante ai suoi piedi, quando un altro, al posto suo, sarebbe linciato e lapidato in pubblica piazza. José lascia Setubal per andare in carrozze di prima classe a Lisbona, Porto o Barcellona. Lucio lascia Certaldo per andare in autostop a Empoli, dove a malapena si accorgono della sua esistenza. Lucio è l’esatto contrario di José. Che cresce da star predestinata nella bambagia. Nessuno regala niente a Spalletti. I due hanno ben poco in comune. Una figlia di nome Matilde, entrambe deliziose, una determinazione che sfiora il maniacale e un magnetismo non comune. Più mentale il portoghese, più animale l’italiano. Per il resto, più diversi non si può. Lo scrive “La Gazzetta dello Sport”.

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