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Spinazzola: “Roma è un altro mondo rispetto a Torino. I tifosi mi danno tanto” (VIDEO)

Le parole dell’esterno giallorosso

In un’intervista per StarCasinò Sport, pubblicata sui canali ufficiali della Roma, Leonardo Spinazzola ha rilasciato alcune dichiarazioni per la rubrica Q&A. Di seguito, le sue parole.

Hai da poco compiuto trent’anni, di solito a questa età si fa un bilancio…
“Stiamo bene, moglie stupenda, abbiamo figli stupendi, genitori e sorelle stanno bene”

A livello calcistico invece?
“Bilancio ottimo”

Hai mai pensato di non farcela dopo l’infortunio?
“No, ci sono stati parecchi mesi ma di non farcela nel senso di tornare a giocare ma non come avrei voluto, quella era la paura. Il mio dono e il mio difetto è avere poca pazienza, voglio risultati immediati”

Però sei stato paziente per arrivare a questo livello, no? Hai fatto la classica gavetta…
“Sì perché sono duro, sono tosto. Io do molte testate, poi c’è un momento in cui cado che mi dà la scintilla per superarmi”

Quando hai capito che ce l’avresti fatta?
“Da quando ho cambiato ruolo e ho iniziato a giocare a quattro da terzino. Lì mi sono detto che sarei arrivato in alto con quel ruolo”

Però da piccolo segnavi parecchio…
“Sì da piccolo tantissimo perché ero uno dei più forti, ma la mia testa mi ha sempre detto di fare gli assist. Da quando ho iniziato a giocare da esterno ho fatto più corse e meno gol, poi più sono salito di livello e più sono arretrato di posizione campo”

Di fatto, è lo stesso percorso che ha fatto Gianluca Zambrotta. È la tua figura di riferimento?
“Ce ne sono tanti. Anche Marcelo, Dani Alves e Maicon ad esempio, non li vedo come terzini, ma registi. Hanno una visione e un piede incredibile, sono dei fuoriclasse”

L’equilibrio tra attacco e difesa l’hai trovato pian piano?
“Sì, sotto l’aspetto fisico superarmi è difficile perché posso riprendere l’avversario. Sulle diagonali e sui colpi di testa posso migliorare e ne sono consapevole”

Qual è la partita che rigiocheresti?
“La mia prima partita in Champions, Juventus-Atletico Madrid, è stata la serata perfetta sia per la difficoltà che per il risultato. Peccato che dopo uscimmo”

Com’è stato cambiare da Torino a Roma?
“Due ambienti diversi. A Torino non ti fermano molto; ad esempio vedevo Chiellini in monopattino in giro per la città. Poi è più piccola, a misura d’uomo, la giri in centro tranquillamente, mentre Roma è più caotica. Mi ricordo che all’inizio non sapevo gli orari del traffico e rimanevo imbottigliato. Io, abituato a piccoli centri, a fare 10km in un’ora e mezza diventavo pazzo. Roma è un altro mondo”

Quanto ti danno i tifosi?
“Tanto. Quando entri e vedi tutto per te hai uno stimolo in più”

Che effetto ti ha fatto il festeggiamento per la Conference League?
“Me lo immaginavo, qui sono matti completamente, in senso buono. E non abbiamo neanche fatto tutto il giro, pensa quanta gente non abbiamo visto”

Ti hanno fatto più impressione i festeggiamenti per la Conference League o il trionfo agli Europei?
“I festeggiamenti per la Roma. L’Europeo è stato un trofeo nazionale, fu importantissimo e me lo ricorderò per tutta la vita”

Perché è così “Special” Mourinho?
“Perché sotto il livello caratteriale ci serviva e ci dà qualcosa in più, è diverso. Sotto la gestione spogliatoio, durante gli allenamenti si sente poco, poi quando c’è da farsi sentire con tutti, si fa sentire e ti fa capire dove sbagli e cosa fai bene”.

È unico o ti ha ricordato qualcosa in passato?
“È unico, anche se sotto l’aspetto della gestione Allegri è molto simile, nonostante siano allenatori differenti”

Il tuo legame con Gianluca Mancini? 
“Da sempre siamo stati sempre… penso i primi due giorni a Perugia, poi siamo stati sempre attaccati. Sarà un’amicizia che ci porteremo anche quando smetteremo di giocare a calcio”.

La giornata tipo di Spinazzola qui a Roma?
“Molto tranquilla. La mattina allenamento, torno a casa e mi riposo un’oretta con mia moglie, mentre la figlia piccola dorme, poi vado a prendere l’altro figlio da scuola, se è una bella giornata andiamo al parco, poi cena e andiamo a dormire”

Hai un posto del cuore dove ti piace passeggiare qui a Roma?
“Se passeggio vado in centro con mia moglie, più cena e relax, con i figli a casa. Altrimenti rimango a casa o faccio una passeggiata con i miei figli”

Vedo che hai tanti tatuaggi. C’è uno che ti vorresti fare?
“No, basta così. Vorrei tatuarmi un maori su tutta la gamba ma poi diventa troppo. Ne ho quattro, forse devo fare il quinto, così diventa dispari…

Ci credi a queste leggende metropolitane?
“Sì, io sì”

Da unico figlio maschio, hai avuto due sorelle molto più grandi di te. Come è andata?
“Sì, una di 44 e una di 42. La sorella maggiore era più distante da me, mentre la seconda è sempre stata accanto a me, con mia mamma, fin dal passeggino. Quando sono andato via di casa c’erano sempre loro tre: mio padre, mia mamma ed Elisabetta, la sorella di mezzo”

Come va con il romanesco? Lo parli?
“Bene dai”

Quante volte ti capita di dire ‘daje’, anche con gli amici? Lo dici mai?
“No, ‘daje’ non tanto. Più ‘annamo’, lo dico a mio figlio”

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