Dan Friedkin a Londra per cercare di chiudere l’affare: col taglio di ingaggio Romelu sarà della Roma
Nessuna sorpresa: ovunque nel mondo, la voce dell’autorità può essere quella che risolve le situazioni più complesse. Ecco perché ieri Dan Friedkin, presidente della Roma, è atterrato a Londra per riprendere il discorso che aveva iniziato giovedì scorso. In quell’occasione, aveva affidato la gestione dell’acquisto di Romelu Lukaku al suo vicepresidente, Ryan Friedkin, e al general manager Tiago Pinto, come riportato da Massimo Cecchini e Davide Chinellato su La Gazzetta dello Sport.
La presenza e la supervisione diretta del proprietario del club giallorosso, connazionale del numero uno del Chelsea, Todd Boehly, potrebbero rivelarsi utili per portare a termine questa complessa trattativa. Questo potrebbe mettere la parola fine su una delle telenovele di mercato più piene di colpi di scena dell’estate, anche se non tutti positivi.
Le sensazioni attuali suggeriscono che la giornata odierna possa essere cruciale per il completamento dell’accordo e l’arrivo di Romelu Lukaku alla Roma.
Il possibile accordo prevede un prestito oneroso di circa 5 milioni di euro più bonus legati a obiettivi, insieme a un ingaggio per il centravanti di circa 7,5 milioni di euro. Quest’ultimo importo rappresenta il massimo che la società giallorossa può permettersi senza incorrere in possibili penalizzazioni da parte dell’UEFA, che potrebbero comportare restrizioni sul numero di calciatori utilizzabili nelle competizioni europee.
Tuttavia, ci sono ancora ostacoli da superare, tra cui quelli legati agli aspetti fiscali. Affinché Lukaku possa usufruire del Decreto Crescita italiano, che porterebbe il suo stipendio lordo a circa dieci milioni di euro, sarà necessario che il giocatore belga acquisti almeno un appartamento in Italia. Tuttavia, questo non sembra essere un problema insormontabile.
In ogni caso, la trattativa sembra procedere verso una possibile chiusura positiva e potremmo presto vedere Romelu Lukaku come nuovo calciatore della Roma.