Pellegrini, nonostante contro il Servette sia entrato in campo solo nella ripresa e abbia giocato solamente per 12 minuti, è riuscito a segnare un gol e fornire un assist. Ma poi è arrivata la sfortuna: una lesione al flessore destro che richiederà un mese di assenza. Considerando queste premesse, non sorprende che dal 2017, quando il futuro capitano è tornato alla Roma, Pellegrini abbia saltato cinquanta partite a causa di infortuni, e altre se ne aggiungeranno in futuro. La speranza dei tifosi giallorossi è che possano rivederlo in campo a metà novembre, proprio in occasione del derby, dove spera di ritrovare il suo amico Immobile come avversario.
Nonostante una straordinaria stagione 2020-21, culminata con la vittoria della Conference League (con undici gol e nove assist da parte di Lorenzo), il rapporto tra il capitano e la tifoseria giallorossa non è sempre stato armonioso. Anche se per Mourinho è un giocatore insostituibile (quando è in forma), il fatto di essere romano e romanista non sembra avergli garantito alcun privilegio, specialmente quando i paragoni vengono fatti con leggende come Totti e De Rossi. Forse l’ingaggio da top player (con premi per un totale di circa 6 milioni) ha accresciuto le aspettative della gente.
Una cosa è certa: la vita professionale di Lorenzo sembra impeccabile, visto che si fa seguire da un preparatore fisico e un nutrizionista privato per minimizzare al massimo il rischio di infortuni. Il problema principale sembrano essere le ricadute, dato che le zone circostanti le cicatrici muscolari sono più suscettibili a nuovi problemi. Tuttavia, Pellegrini non è certo il tipo da arrendersi. L’obiettivo del derby è una motivazione, anche se il suo sguardo è proiettato ben oltre. Dopotutto, a soli 27 anni, un giocatore con le sue doti ha il diritto di sperare in un futuro luminoso, una scala di cristallo da percorrere. Lo scrive la Gazzetta dello Sport.