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Mourinho: “Dobbiamo dare di più. Smalling? Non è in grado di giocare soffrendo” – VIDEO

A Trigoria si è svolta la conferenza stampa che anticipa il match domenicale contro l'Udinese, partita fondamentale da vincere per la Roma

Alla vigilia della sfida contro l’Udinese all’Olimpico, Josè Mourinho ha rilasciato alcune dichiarazioni nella conferenza stampa. Ha parlato della condizione fisica della sua squadra, in particolare di Smalling e del suo infortunio, e del suo rapporto societario con i Friedkin. Ecco le sue parole.

L’Udinese viene da 6 risultati utili consecutivi, ha fisicità. Sarà fondamentale la qualità di Pellegrini nel possesso?
“E’ importante il possesso palla collettivo. Dovremo stare attenti alle ripartenze, hanno giocatori veloci, giocano a un’intensità alta e se perdiamo palla in zona pericolosa siamo più aperti. Ma siamo migliorati. Lorenzo è importante per noi, io guardo l’Udinese con tutte queste difficoltà: hanno tutto, l’inizio di campionato loro è sorprendente. Se giochiamo bassi e gli regaliamo la palla possiamo avere difficoltà; hanno buoni tiratori da fuori come Samardzic e Walace. Non guardo la classifica per definire le difficoltà”.

Quanto è cambiata l’Udinese?
“Ha perso pochi giocatori importanti. Conosciamo questa squadra, la gente che la gestisce ha tanta esperienza. Per loro non è un problema vendere un giocatore, come hanno fatto con Beto e Becao. Hanno preso Kabasele, trovato terzini che hanno gamba e alla fine non hanno lasciato Pereyra andare via. Sono molto intelligenti, hanno tanta esperienza e l’Udinese è sempre l’Udinese”.

52 partite saltate tra tutti gli infortunati in questa stagione. Tra i giocatori c’è anche Smalling: a che punto è e che cosa pensa di questa situazione? Si aspetta di più dal giocatore?
“Anche noi abbiamo questi numeri, ma è un numero che si concentra tanto su pochi giocatori. Ce ne sono alcuni che non hanno perso una partita: sono i giocatori che hanno un infortunio occasionale, come Cristante, Mancini, Rui Patricio, Bove. Questo gruppo è formato da Smalling, Sanches, Pellegrini, Dybala e Spinazzola. I giocatori sono professionisti e fanno tutto, anche nella vita privata, per cercare di stare bene. Noi lavoriamo tanto insieme: pensiamo tutti che stiamo facendo un ottimo lavoro. Su Smalling: l’infortunio c’è. Ci sono persone normali come noi che hanno più capacità di sopportare il dolore. Smalling non è un ragazzo che sa giocare soffrendo, si tira un po’ indietro. Ma il suo infortunio è difficile. Si tratta di una grande frustrazione per me, ma dobbiamo avere pazienza e non posso ‘massacrarlo’. Vediamo quando può tornare. Non ha fatto neanche un minuto fuori dal dipartimento medico: è la prima settimana in cui non prova dolore e, secondo il nostro programma, potrà tornare in campo con i preparatori nella prossima settimana. Non mi aspetto il suo ritorno nelle prossime 2-3 settimane”.

Se lo aspetta prima del 2024?
“Nì. Speriamo, vediamo…”.

In un grande gruppo c’è bisogno di empatia anche con la proprietà. C’è empatia con i Friedkin?
“Dipende dal modo in cui vedi la situazione. Con la squadra si lavora ogni giorno: si viaggia, si sta insieme, un po’ come in famiglia, dove se non c’è empatia si va in difficoltà. Creiamo empatia lavorando, dando qualità al lavoro. La situazione con la proprietà è diversa: io sono qui, loro là. Io dico sempre che sono pagato per non creare loro problemi. Loro devono fidarsi del mio lavoro e avere il tempo per ‘diversificare’, perché non si parla solo della Roma nel loro ambito. L’altro giorno ho risposto a una domanda sull’ultima volta in cui ho parlato con loro: se me lo chiedete ora, vi dico che ho parlato ieri con la proprietà. Non abbiamo parlato di contratto”.

Nell’intervista alla Rai ha sottolineato il suo rapporto col tifo. Crede che la squadra debba rispondere sul campo?
“Non credo che la squadra abbia dato meno di quello che può dare, ma dobbiamo dare di più. Dobbiamo capire e loro capiscono, non mi stanco di parlare di questo. In questo tipo di club bisogna dare sempre di più. Abbiamo avuto qualche performance negativa, però non c’è mai stat mancanza di professionalità, neanche la mancanza di rispetto per la gente. Ma dobbiamo dare qualcosa in più, sono d’accordo. In casa di solito riusciamo a farlo, anche in estrema difficoltà; fuori casa ci manca un po’ di mentalità che io ho avuto sempre in carriera, ovvero ‘godere’ nel giocare fuori casa. A volte, in altre squadre, mi piaceva di più giocare fuori casa. Non penso che noi, come squadra, ‘godiamo’ fuori casa: magari ai ragazzi manca il supporto dei tifosi di casa. Ci manca questo. Ho avuto squadre che nel pullman provocavano la gente che si trovava al di fuori, ci esaltavamo. Dobbiamo migliorare ciò, fuori casa possiamo fare una bella partita ma perdere col Ludogorets, con lo Slavia, col Bodo. Anche in campionato è successo. Non dico che dobbiamo trovare questa mentalità, perché è difficile farlo, ma dobbiamo cambiare qualcosa. Quando andiamo fuori ci sono 1.500 tifosi che hanno fatto un grande sforzo per venire a supportare la squadra”.

All’inizio della stagione si pensava a Smalling con altri difensori, a Paredes, a Dybala. La spina dorsale della squadra sembrava promettere progetti più aggressivi. Senza questi giocatori cade un po’ la qualità del gioco. Ora che stanno tornando, aumenterà tutto questo? Senti questa correlazione?
“Certo, il progetto è di squadra e se non c’è continuità facciamo fatica tutti: io nella progettazione, i giocatori in campo. Quando manca Smalling, quando manca Renato, entriamo in difficoltà. Siamo più forti con Renato in transizione offensiva e offensiva, più forti con Paredes nella gestione. Con la Lazio, che ha gicoato sul possesso, ha avuto lo stesso possesso palla di noi. Ma ci è mancata la velocità, abbiamo messo più i piedi nell’area avversaria ma ci è mancata ‘l’esplosione’. Il nostro obiettivo era continuare ad andare nella stessa direzione, anche con le limitazioni. Renato Sanches non è infortunato, ma non ci sarà: in due settimane, in cui Pellegrini ha lavorato durissimo per arrivare in una condizione ottimale, Renato ha interrotto il processo con un piccolo problema che gli ha consentito di lavorare in squadra solo ieri. Non ha avuto continuità nel lavoro e lui ne ha bisogno. Dobbiamo fare questo tipo di gestione. Non sarà neanche in panchina: è potezialmente molto bravo”.

Ha parlato di poca protezione nei confronti della Roma. E’ un aspetto sul quale si confronta con i Friedkin? Serve l’intervento di una figura?
“Ho qualche qualità e tanti difetti. Non so se questa è una qualità o un difetto, ma la gente che mi sta vicino sa quello che penso: non risparmio le parole, le critiche, gli elogi. Sono un libro aperto nel lavoro. Tutti sanno quello che penso e tutti sanno quando non sono felice o quando lo sono”.

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