Un fulmine a ciel sereno all’esterno di Trigoria, non nella testa di Dan Friedkin. Il presidente (rientrato nella capitale questa mattina) ha convocato tutti i dirigenti e il reparto comunicazione della società per metterli al corrente della scelta di esonerare Mourinho. E’ Dan Friedkin in prima persona che ha comunicato al lusitano la scelta di interrompere anzitempo la sua avventura nella capitale, prima della scadenza naturale del suo contratto in programma a giugno.
I MOTIVI DELLA ROTTURA – Friedkin ritiene inaccettabile che la Roma sia nona in classifica: pagando il terzo monte ingaggi della Serie A, il presidente della Roma crede che sia inverosimile che la squadra oggi veleggi sotto formazioni più modeste e meno costose come Atalanta, Bologna o Fiorentina, ma anche la stessa Lazio.
La media punti di Mourinho in serie A, soprattutto quella di questa stagione, è un altro aspetto che è stato considerato nella riflessione legata all’esonero, non scattata nel weekend dopo Milan-Roma, ma nelle ultime settimane.
Stando a quanto riportato da Sky Sport, lo Special One era vicino all’esonero già dopo la débacle di Genova contro gli uomini di Gilardino, quando i giallorossi vennero umiliati 4-1. Il cambio allenatore non arrivò perché la proprietà non era convinta dei sostituti, Tudor e Galtier.
Infine anche la ricerca ossessiva di giustificazioni e alibi da parte di Mourinho, si sposa male con la comunicazione e la filosofia societaria. La distanza di vedute sulla comunicazione è un altro elemento che ha acuito la distanza tra le parti. La proprietà ritiene che sia ancora possibile raggiungere gli obiettivi stagionali, in primis la qualificazione alla prossima Champions League.