Il bilancio delle prime sei partite di De Rossi è sicuramente positivo, tanto da suggerire una provocazione: forse bastava invertire completamente il modo di giocare e gestire la squadra rispetto a quanto fatto da Mourinho. Le ferventi sostenitrici dello Special One, pronte a criticare al minimo passo falso, potrebbero sentirsi offese da questa idea.
De Rossi è riuscito in poco più di un mese a portare avanti una vera rivoluzione tattica. Pur consapevole dei rischi, aveva fiducia nella qualità tecnica della squadra, che riteneva superiore rispetto a quanto fatto credere nei mesi precedenti.
Il risultato è che ora stiamo assistendo al vero Pellegrini, a un Paredes ritrovato nel suo ruolo di regista, a un Mancini che si impone sempre di più come leader, a un Svilar che finalmente si è conquistato il posto da titolare, a un El Shaarawy rinato, a una gestione oculata di Dybala e Spinazzola.
Quello che emerge è una squadra vera, con tutti i suoi limiti e difetti, ma che scende in campo con un’idea precisa e con giocatori consapevoli del loro compito. In due anni e mezzo con Mourinho, non era mai accaduto che il tecnico si prendesse delle responsabilità. Ora, De Rossi fa esattamente l’opposto, come dimostrato dopo la partita contro il Frosinone, quando si è assunto tutte le colpe per un primo tempo sbagliato e fortunato. Alla fine, il vero rimpianto potrebbe essere quello di non aver compreso prima l’importanza di questo cambio di rotta. Lo scrive la Repubblica.