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Cristante: “Nessuna fronda contro Mou. De Rossi deve restare. Sogno l’Europa League”

Cristante ha rilasciato una lunga intervista in cui parla di passato - "Mai contro Mourinho" - di futuro "De Rossi resti, vogliamo l'Europa League"

Cristante

Bryan Cristante ha rilasciato un’intervista ai microfoni de il Corriere dello Sport. Ecco le sue parole: “Sto bene, dai, la sosta mi è servita a recuperare e a superare il problema alla schiena. Per questo ho saltato anche la Nazionale. Ora sono pronto per il rush finale”.

Si sente sottostimato?
«Ma no. Non sono quel tipo di giocatore che finisce sul tabellino così spesso per gol e assist. Le mie caratteristiche sono meno visibili o spettacolari. Però mi sono sempre guadagnato quello che ho. Se mi viene riconosciuto un valore all’interno della squadra, da dirigenti allenatori e compagni, a me basta. All’inizio in effetti abbiamo faticato a ad amarci reciprocamente con i tifosi. Ma negli anni credo che anche loro mi abbiano apprezzato”.

Ormai sappiamo che è il gruppo italiano a gestire lo spogliatoio nella Roma.
«Penso sia normale. Abbiamo abbastanza esperienza e frequentiamo da tanti anni questo club. In più conosciamo la città. Sappiamo cosa serva per creare un blocco unico che vince le partite.

E il giovane che può diventare il nuovo Cristante chi è?
«Mi viene subito da pensare a Bove”.

C’è stata una fronda contro Mourinho?
“Mai, sono tutte falsità. Il calcio funziona così: quando le cose non vanno bene, il primo che salta è l’allenatore. Anche se non è l’unico colpevole».

Si dice che i Friedkin abbiano consultato i giocatori principali, compreso Cristante, per chiedere un parere sull’eventuale esonero.
«Altra cavolata. Credetemi: abbiamo saputo cosa stava accadendo la mattina in cui la notizia è stata comunicata a Mourinho».

De Rossi ha dato la scossa poi.
“Ringrazierò sempre Daniele, che mi nominò come esempio durante la conferenza di addio alla Roma da giocatore. Ma da allenatore sta facendo delle cose incredibili. E non era scontato, visto il contesto difficile».

Questa rosa è forte oppure no?
«E’ forte. E deve stare tra le prime quattro del campionato. L’obiettivo è tornare in Champions, non bisogna nascondersi”.

Perché manca dal 2019?
“Per tanti motivi. Non dimentichiamo che c’è stato anche un cambio di proprietà. Ma è facile capire che con i Eriedkin siano cambiate le prospettive: non si arriva per caso a due finali europee consecutive».

La presenza dei Eriedkin si avverte?
«La proprietà negli ultimi mesi è molto presente e non ci sta facendo mancare nulla. Direttamente o attraverso la Ceo, Lina Souloukou. Non ci sentiamo abbandonati a noi stessi. La scelta coraggiosa di De Rossi è un motivo per ringraziare i Friedkin, credo».

De Rossi deve restare?
«Stiamo andando bene…».

E’ un sì?
“Sì”.

Cristante De Rossi

Budapest è sembrata l’inizio della fine dell’era Mourinho.
«Non è stato solo questo. Tante piccole cose non hanno funzionato. Personalmente ho pensato a quella finale un paio di giorni, poi mi sono concentrato sul futuro».

Ha dei sogni, Cristante?
«Oggi vincere l’Europa League. E tornare in Champions».

Prima c’è il derby.
«Prima c’è il Lecce, veramente. Non siamo nelle condizioni di distrarci, visto che abbiamo perso tanti punti. Poi è chiaro che cercheremo di battere la Lazio, sapendo che i tifosi ci tengono: se lunedì giocheremo al 100%, il derby lo giocheremo al 150%”.

In conclusione: si vede per sempre a Roma?
«Nella testa questa idea c’è. Ho ancora tre anni di contratto e qui la società sta costruendo una strada giusta. Unendo tutti i puntini della storia possiamo accorgerci di avere un grande potenziale”.

L’Europeo?
“Con il ct non ci siamo confrontati sulle prospettive del mio torneo. L’importante per me è esserci, dopo aver vinto l’Europeo nel 2021. Con i medici e con Spalletti abbiamo pensato che fosse meglio riposare durante questa pausa per recuperare bene ed è stato in effetti meglio così. La stagione è ancora lunga e piena di impegni. Adesso devo pensare solo alla Roma. Quando sarà finito il campionato mi dedicherò con tutto me stesso alla maglia azzurra. Bisogna ragionare un passo alla volta nel calcio».

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