LEGA DI A ROMA – Editoriale (di Francesco Oddo Casano) – A Roma si dice da secoli “se la cantano e se la sonano da soli“. E’ l’immagine godereccia della Lega di Serie A. Quella stessa Lega che chiede l’autonomia dalla FIGC ma che è riuscita a svendere i diritti televisivi del nostro campionato con un cervellotico accordo. Quella stessa Lega che non riesce mai a mettersi d’accordo su nulla, perchè gli interessi di parte prevalgono sul bene collettivo.
Quella stessa Lega che ha al suo interno quattro club di rilievo, alleati col presidente federale per avviare una stagione di riforme, fattispecie che ha acuito antiche fratture e che al momento è stata ovviamente bloccata dalla maggioranza rumorosa. Quella stessa Lega che qualche giorno fa si è riunita nel suo Consiglio esecutivo e dopo aver ascoltato il parere interessato di Lotito ha deciso di votare contro la richiesta della Roma di posticipare il recupero con l’Udinese, poi vinto grazie al sigillo finale di Cristante, sbandierando il rispetto dello statuto.
Quella stessa Lega che ha dunque condiviso il messaggio scabroso del “siccome non è morto si può rigiocare”. Al cospetto di buona parte del paese calcistico e non che ha espresso immediata solidarietà ad un ragazzo colpito da un malore in campo e trasportato d’urgenza in ospedale con il sospetto di un infarto in corso.
Sul match del Friuli dunque un improvviso rigurgito normativo e un relativo rispetto delle regole che è stato formalmente schiaffato in faccia a chi per equità e buon senso chiedeva un aiuto sostanziale e non solo formale, dopo aver foraggiato per anni il Ranking UEFA nazionale con quattro semifinali e due finali europee consecutive, consentendo al nostro derelitto calcio di acquisire un posto in più nella nuova, rigogliosa, Champions League.
Ma non ci sbagliamo se affermiamo che si tratta di quella stessa Lega che (insieme alla Federazione) non espresse un anno fa neanche una parola di sostegno nei confronti della Roma defraudata in finale a Budapest.
Quella stessa Lega che fa esprimere un voto ‘interessato’ sulla vicenda di Udinese-Roma a quattro club che sono direttamente coinvolti per motivi di classifica con friulani e giallorossi e che pilatescamente se ne lava le mani, perchè tutto sommato il posto Champions in più ormai è un dato acquisito.
Equità a gettone, rispetto delle regole a gettone. Perchè si tratta di quella stessa Lega che oggi ha rifilato altri due ceffoni al club giallorosso che nel primo pomeriggio, attraverso una nuova missiva ufficiale, aveva chiesto di applicare nuovamente il buon senso.
Atalanta-Roma si giocherà domenica sera alle 20.45, nonostante la CEO Souloukou in rappresentanza della società giallorossa, avesse chiesto per equità e rispetto di una società che anche in questa stagione ha esportato il marchio del calcio italiano all’estero, di slittare la sfida a lunedì sera. Una gara che rappresenterà il reale crocevia per la qualificazione alla prossima edizione della Champions League.
Ciò avrebbe comportato lo slittamento della Finale di Coppa Italia – che vedrà sempre l’Atalanta sfidare la Juventus – al giovedì. La società ha fatto notare che rispetto all’Atalanta, la Roma non ha mai avuto possibilità o quasi di giocare di lunedì dopo le gare europee. Per non parlare della ‘stranezza’ di un calendario teoricamente asimmetrico che però come all’andata, presenta al ritorno, nel momento clou della stagione tre-quattro scontri diretti consecutivi per i giallorossi. O situazione ben più grave, che ha posto la Roma nelle condizioni di giocare sistematicamente in trasferta meno di 72 ore dopo altrettante trasferte d’Europa League per tutta l’annata.
Insomma un duplice spostamento dunque di sole 24 ore, non due settimane o un mese. Come invece avverrà quasi certamente per il recupero di Atalanta-Fiorentina, il vero scandalo di questo finale di campionato al veleno. Una partita che pesa come un macigno sull’integrità e la regolarità del torneo. Un recupero che avverrà dopo oltre un mese e che inciderà sulla classifica di almeno due club, potenzialmente quattro, considerando il probabile arrivo punto a punto di Bologna, Atalanta, Roma e Lazio.
A parte la posizione pubblica di qualche noto opinionista e un paio di editoriali che hanno fatto però poco rumore, nessuna emittente nazionale parlerà approfonditamente di questa questione. Ma un dato è certo: si sta falsando il campionato. Siamo di fronte ad un ulteriore colpo all’integrità di un sistema che continua a calpestare gli interessi di molti, per privilegiare gli interessi dei soliti noti.
Forse, come suggerì indirettamente Aurelio De Laurentiis in un’intervista di qualche settimana fa (“Mi piacerebbe incontrare di persona i Friedkin in Lega, ma non vengono mai”) è arrivato il momento di lasciare da parte carta e penna, e cominciare a fare la voce grossa di persona per riacquisire posizioni di potere che oggi appartengono oggettivamente ad altri club.