Il progetto del nuovo stadio della Roma a Pietralata si trova ora di fronte a una nuova sfida legale, dopo che il tribunale civile di Roma ha accolto in via cautelare il ricorso presentato dal Comitato contro il nuovo stadio.
Secondo quanto riportato dal giornalista Alessio Di Francesco su X, l’ordinanza cautelare impone a Roma Capitale di “cessare la turbativa possessoria” negli immobili di via degli Aromi 7, destinati a ospitare una parte dell’opera. Questo significa che le operazioni di accesso e i rilievi necessari per il completamento del progetto sono momentaneamente bloccati. La decisione del tribunale rappresenta un ostacolo significativo per i piani di Roma e del Comune di procedere con il progetto definitivo dello stadio.
Il tribunale civile di Roma con un’ordinanza cautelare impone a Roma Capitale “di cessare la turbativa possessoria…in particolare di astenersi dall’accedere e/o dal far accedere alcuno negli immobili” di via degli Aromi 7, dove dovrebbe sorgere una parte dello #StadiodellaRoma
— ALESSIO DI FRANCESCO (@DiFrancescoAle) June 13, 2024
A fare chiarezza sulla situazione ci pensa l’Assessorato all’Urbanistica di Roma Capitale tramite una nota ufficiale: “L’ordinanza pronunciata oggi dal Tribunale Civile, in merito ad un ricorso presentato relativamente a terreni a Pietralata interessati alla realizzazione dello stadio della Roma, ha natura cautelare e si riferisce esclusivamente alla tutela del possesso dell’area da parte dei ricorrenti, senza minimamente esprimersi sulla questione della proprietà e lasciando del tutto impregiudicata ogni ulteriore azione da parte di Roma Capitale, che potrà adottare tutti i successivi atti necessari per portare avanti il procedimento teso alla realizzazione del nuovo stadio. È bene ricordare, infatti, che in altri giudizi sul tema della proprietà delle aree, il Tribunale si è già espresso relativamente a due delle tre cause promosse per usucapione con due ordinanze di rigetto delle richieste istruttorie”
Continua la nota: “In una di queste, in particolare, si fa espressamente riferimento alla non usucapibilità delle aree, in quanto appartenenti al patrimonio indisponibile di Roma Capitale. Peraltro, nell’ordinanza pubblicata oggi il Giudice afferma che la tutela possessoria accordata non implica “alcunché – per la giurisdizione – e più in generale sul piano giuridico, sostanziale e/o processuale – in ordine ad eventuali altri atti, provvedimenti, attività dell’Amministrazione resistente nei confronti del medesimo ricorrente e dei medesimi beni qui in esame”. Sempre lo stesso Giudice, inoltre, afferma che “questo giudizio presenta una specificità di oggetto e di natura giuridica che non produce implicazioni ostative al di fuori del suo perimetro”. In tale ottica, si conferma il diritto e l’intenzione dell’Amministrazione Capitolina di definire il procedimento teso al recupero del possesso delle aree detenute dai ricorrenti, già avviato negli scorsi mesi nella forma di intimazione e messa in mora al rilascio volontario delle stesse, che potrà concludersi con l’emissione di un provvedimento di acquisizione forzosa dell’area. Si precisa, inoltre, che le attività di sondaggi da parte della A.S. Roma sono attualmente in corso e proseguono senza interruzione in altre aree che non sono interessate dai provvedimenti in questione”.