L’Athletic Bilbao, il club che sfida il calcio moderno con l’orgoglio basco

Il club spagnolo, prossimo avversario della Roma in Europa League, ha costruito la sua identità calcistica attorno alla propria cultura

Iker Muniain, Athletic Bilbao

L’Athletic Bilbao, prossima avversaria della Roma in Europa League, è una delle squadre più iconiche del calcio spagnolo, nota per la sua filosofia di impiegare esclusivamente giocatori baschi o con legami diretti con la regione. Questa scelta, che ha radici profonde nella storia del club, rende l’Athletic un esempio unico nel panorama calcistico mondiale.

Fondato nel 1898, l’Athletic Bilbao è una delle squadre più antiche di Spagna. Fin dai primi anni, il club ha fatto della sua appartenenza al territorio una bandiera, promuovendo una stretta connessione con la cultura basca. La politica del solo utilizzo di soli giocatori baschi è stata ufficialmente adottata nel 1912, anche se il legame con il territorio era già evidente. Questa regola ha limitato il calciomercato del club, costringendolo a investire pesantemente nella propria accademia e a scovare talenti locali, piuttosto che fare affidamento su acquisti internazionali costosi.

Il calciomercato dell’Athletic e il caso della Real Sociedad

Mentre i principali club europei si affidano a trasferimenti milionari per rimanere competitivi, l’Athletic ha sviluppato un modello sostenibile, incentrato sulla formazione e la promozione di giovani talenti. Il settore giovanile del club, la famosa “Lezama”, è uno dei più rinomati in Europa e ha prodotto numerosi giocatori di talento, tra cui leggende come Telmo Zarra, Andoni Zubizarreta e più recentemente Iker Muniain. Ma la politica restrittiva ha inevitabilmente creato dei limiti: l’Athletic non può attingere allo stesso bacino di talenti internazionali degli altri club, costringendolo a essere innovativo e flessibile nella gestione del mercato e delle risorse.

Iker Muniain

Fino agli anni ’80, la Real Sociedad, storica rivale dell’Athletic Bilbao e anch’essa basca, condivideva una filosofia simile, limitando l’utilizzo di giocatori alle sole origini basche. Questo modello portò alla Real Sociedad grandi successi, tra cui due titoli della Liga nel 1981 e 1982. Con il passare del tempo, però, il club ha deciso di aprire le porte ai calciatori stranieri, il primo dei quali fu l’irlandese John Aldridge nel 1989. Questo cambio di rotta ha segnato una svolta decisiva nella politica del club, che oggi recluta giocatori da tutto il mondo, pur mantenendo un forte legame con il vivaio locale.

Torniamo all’Athletic Bilbao…

Nonostante le limitazioni che si è imposto sul calciomercato, l’Athletic Bilbao è riuscito a rimanere una forza competitiva in Spagna. Il club vanta otto titoli della Liga e 24 Coppe del Re (l’ultima conquistata la scorsa stagione a 40 anni di distanza dall’ultima volta), oltre a una presenza costante in competizioni europee come l’Europa League. Ma competere al più alto livello in Europa – per forza di cose – è diventata una sfida, soprattutto contro squadre con risorse illimitate. Negli ultimi decenni, pur continuando a essere una squadra di metà classifica in Spagna, l’Athletic non è riuscito a imporsi costantemente nelle competizioni europee, nonostante alcuni momenti di gloria, come la finale di Europa League nel 2012.

Athletic Bilbao

Il successo dell’Athletic Bilbao, però, non può essere misurato solo dai trofei, ma anche dal suo ruolo nella promozione della cultura basca e nel mantenimento di una filosofia unica nel calcio. Anche se potrebbe sembrare improbabile che la squadra torni ai vertici del calcio europeo senza cambiare il proprio approccio, l’Athletic continua a essere una delle squadre più rispettate, ammirate per la loro coerenza.

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