La sfida tra due allenatori che amano sviluppare un calcio propositivo
Costruzione dal basso, possesso palla, dominio della partita e sfruttamento massimale dell’ampiezza del campo. A vederla così sembra il manifesto dello stesso calcio, quello che accomuna nei principi basilari due giochisti come De Zerbi e Fonseca. Amanti del bel calcio, del football che deve costruire e non distruggere, di un pallone che tende a vincere divertendo. Due allenatori che per alcuni versi si assomigliano e per altri si stimano, non fosse altro perché nessuno dei due ama speculare, ma piuttosto inventare. Fonseca e De Zerbi si piacciono e si stimano, perché il loro modo di intendere il calcio è simile sotto molti punti di vista. Lo dicono i numeri, appunto, ma lo dicono anche gli stessi interpreti. “Io preferisco affrontare squadre come Sassuolo o Ajax (avversario in Europa League, ndr ), squadre che vogliono sempre l’iniziativa o la palla – dice Fonseca – Ma vincere dipenderà soprattutto da noi, dovremo giocare al cento per cento“. I giochisti, del resto, sono così. Pretendono sempre il massimo. Lo scrive La Gazzetta dello Sport.