Enzo Le Fèe, centrocampista francese classe 2000, è stato uno dei colpi più interessanti del mercato estivo della Roma. Arrivato dal Rennes per 23 milioni di euro, il francese rappresenta un investimento importante per il club giallorosso, non solo per le sue doti tecniche ma anche per il potenziale tattico che potrebbe esplorare sotto la guida di Claudio Ranieri.
Il tecnico romano, nella conferenza stampa pre-partita, proprio nelle ore in cui si parlava di possibile cessione a gennaio, ha speso parole incoraggianti per il giovane francese: “Pian piano troverà il suo spazio. Lui ha più caratteristiche da giocatore offensivo, da zona trequarti, ma come accaduto per altri calciatori in passato come Pirlo, potrebbe diventare un play importante. Bisogna lavorarci su e deve prendere quest’anno come esperienza per inserirsi al meglio in Italia, ci darà sicuramente una mano”. Il riferimento è chiaro: Ranieri potrebbe ridisegnare la carriera di Le Fèe, trasformandolo da trequartista a playmaker davanti alla difesa. Ma oggi il titolare inamovibile è Paredes (“è un campione e lo sta dimostrando…”).
Un’evoluzione non insolita nel calcio moderno, che ha visto diversi talenti reinventarsi con successo.
I precedenti illustri: da Pirlo a Calhanoglu
Le parole di Ranieri riportano alla memoria alcuni dei cambi di ruolo più significativi nella storia del calcio italiano e internazionale. Il caso più famoso è certamente quello di Andrea Pirlo, che da trequartista al Brescia fu arretrato davanti alla difesa grazie all’intuizione di Carlo Mazzone. Quella decisione, poi perfezionata al Milan da Carlo Ancelotti, ha segnato una svolta nella carriera di Pirlo, trasformandolo in uno dei migliori registi della storia.
Un altro esempio illustre è David Pizarro, che con Luciano Spalletti prima all’Udinese e poi alla Roma trovò una nuova dimensione come metronomo del centrocampo, orchestrando il gioco giallorosso con classe e visione. La stessa operazione il tecnico di Certaldo l’ha realizzata con Pjanic, che da mezzala offensiva portò davanti alla difesa (poi a Torino con Allegri fu regista per diversi anni vincendo Scudetti e altri titoli), così come Brozovic, che fino all’avvento di Spalletti all’Inter era una mezzala piuttosto intermittente.
Sempre sponda nerazzurra, più recentemente, Hakan Calhanoglu, passato da mezzala offensiva a regista, ha dimostrato come l’intelligenza tattica e la qualità tecnica possano essere sfruttate in un ruolo più arretrato.
In passato accade anche a Gaetano D’Agostino che da classico numero 10, arretrò notevolmente la sua posizione nel ruolo di regista e dotato di un mancino prelibato, disputò stagioni di altissimo profilo tra Udine e Firenze, rischiando addirittura di finire al Real Madrid.
Nel Pescara di diverse stagioni fa, Eusebio Di Francesco trovò un giovanissimo Marco Verratti che allora giocava e pensava calcio da rifinitore. Ebbe subito l’intuizione di abbassare il suo raggio d’azione e poi l’avvento di Zeman, determinò l’esplosione di Verratti nel ruolo di play.
Il profilo di Le Fèe: caratteristiche e potenzialità
Le Fèe ha già dimostrato prima al Lorient e poi in parte al Rennes, di essere un giocatore di grande tecnica e intelligenza tattica. Con una visione di gioco sopra la media, ottime doti nel controllo palla e una capacità di passaggio precisa e verticale, il francese possiede gli strumenti per eccellere anche in un ruolo più arretrato. La sua versatilità potrebbe rappresentare una risorsa preziosa per la Roma, soprattutto in una squadra che sta cercando di bilanciare qualità e dinamismo in mezzo al campo.
Ovviamente, il passaggio da trequartista a regista non è immediato né garantito. Richiede tempo, lavoro specifico e una grande comprensione tattica, ma con l’esperienza di Ranieri e un contesto tecnico favorevole, Le Fèe potrebbe seguire le orme di chi ha già percorso questa strada.
Il futuro di Le Fèe: pazienza e ambizione
Per ora, Le Fèe si sta ambientando nel calcio italiano e proverà ad adattarsi alle richieste di Ranieri. L’impressione è che la Roma abbia fatto un investimento a lungo termine, credendo nelle potenzialità di un giocatore che può fare la differenza. La sua crescita e la sua eventuale trasformazione in regista saranno da monitorare con attenzione, ma con l’apertura del mercato di gennaio non è da escludere a priori che il ragazzo stessa chieda di andare a giocare, vedendosi chiuso da diversi calciatori in mediana. Resilienza o addio, le prossime settimane saranno decisive e Ghisolfi spera che Ranieri abbia ragione…