Resta in contatto
Sito appartenente al Network

Rassegna Stampa

Il Tempo, “Olsen come Alisson e Manolas rassicura i suoi”

Tra le note positive dalla gara con la Juventus c’è sicuramente Robin Olsen

La Roma ritrova il suo muro. Il gol da 3 punti la Juventus lo fa lo stesso, la Var cancella il raddoppio e il tabù Stadium resta, ma la partita sarebbe finita tanto a poco se non fosse stato per i miracoli di Olsen in perfetto stile Alisson e i salvataggi di Manolas, pilastro della difesa giallorossa. Il 2-0 sarebbe stato troppo severo per la squadra di Di Francesco, che dopo un primo tempo sottotono in cui ha faticato ad uscire dalla propria area ha alzato la testa e col ritorno alla linea a 4 si è sistemata meglio in campo, andando a dare fastidio ai padroni di casa. I tiri in porta della Juve sono stati 7, solo uno è entrato, quello di Mandzukic, bravo a sovrastare Santon e a schiacciare in rete una palla su cui Olsen poteva fare davvero poco. Ma lo svedese si è riscattato con una serie di parate eccezionali, a partire dal grande intervento sulla conclusione ravvicinata di Alex Sandro fino ai tre gol negati a Ronaldo, che ha scaricato la rabbia sul palo perché non è riuscito a segnare la dodicesima rete in campionato. Merito dell’ex Copenaghen, che dopo le papere contro il Genoa è riuscito a farsi perdonare, tornando sui suoi standard e superandoli: è stato prodigioso ieri sera, ha tirato fuori dal cilindro gesti tecnici che a Roma si erano abituati a vedere quando in porta giocava Alisson.

Manolas tante volte è stato vicino all’addio, ma alla fine ha sempre scelto di restare («Ho 3 anni di contratto e voglio aiutare la squadra», conferma a Sky) e a parte qualche sbandata è l’unico della difesa romanista a dare sicurezze. Il greco pochi giorni fa lanciava un grido d’allarme chiedendo ai compagni di non lasciare i difensori troppo soli, stavolta dice che «i ragazzi hanno dato il 100%» ed esce dallo Stadium con la consapevolezza di aver saputo tenere a bada Ronaldo, «ma – precisa – non mi sono divertito, se avessimo vinto magari sì», e di aver concesso solo un gol alla squadra che ne ha fatti 34 in 17 giornate. Per la Roma è il 23° incassato, l’anno scorso erano 28 a fine anno. «Dobbiamo imparare – dice il centrale – come difendere compatti con intensità, loro sono abituati a farlo. Hanno lo stesso allenatore da anni, è la loro mentalità e vanno avanti così. Non siamo dove dobbiamo essere ma sono convinto che arriveremo tra le prime 4. Dobbiamo ripartire dal secondo tempo, abbiamo fatto vedere cose importanti».

Lascia un commento
Subscribe
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments
Advertisement

I MITI GIALLOROSSI

L'indimenticabile Ago. Romano e romanista, capitano e campione

Agostino Di Bartolomei

Il "Pluto" dei romanisti. Campione d'Italia nel 2001

Aldair

“Di Bruno solo uno e viene da Nettuno”

Bruno Conti

E' stato il ragazzo della Curva Sud in campo con la sua seconda pelle

Daniele De Rossi

Il bambino che diventò uomo, poi Capitano ed infine leggenda

Francesco Totti

IL GIOVANE CHE DIVENNE "PRINCIPE", NON AZZURRO MA GIALLOROSSO. PER SEMPRE

Giuseppe Giannini

Il "Divino" giallorosso, campione d'Italia nel 1983

Paulo Roberto Falcao

IL TEDESCO CHE VOLAVA SOTTO LA CURVA SUD

Rudi Voeller

SI PUÒ DIVENTARE UN’ICONA GIALLOROSSA SENZA ESSER NATI A ROMA. PICCHIA DURO, SEBINO!

Sebino Nela

Advertisement

Altro da Rassegna Stampa