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CorSera, “Aurelio De Laurentiis: «Ok alla riforma del calcio europeo, ma senza sacrificare i campionati»”

Il presidente del Napoli dice la sua sul futuro del calcio europeo: “Abolirei Champions ed Europa League. Si a torneo unico”

Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis, presente a Madrid per la riunione convocata dalla European League, l’opposizione ad Andrea Agnelli e all’Eca che vogliono la Super Champions League dal 2024, ha rilasciato alcune dichiarazioni al quotidiano:

“La Champions e l’Europa League vanno abolite, avvicendandole con un unico torneo, articolato in 80 squadre, cui accedano le prime sette della classifica dei campionati italiano, francese, inglese, tedesco e spagnolo e le prime quattro dei campionati portoghese, olandese, belga, svedese e tutti gli altri. Chiamerei il torneo European Cup, le partite si giocherebbero il martedì, mercoledì e giovedì, rispettando così la collocazione dei campionati nazionali durante il fine settimana». È l’idea del presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, per riformare le competizioni europee: «Farei un accordo tra Eca e Leghe europee – aggiunge il numero uno del club azzurro nel corso di un’intervista al quotidiano – attribuendo il cinque per cento del fatturato alla Uefa, per usufruire dei suoi professionisti che lavorerebbero all’organizzazione dei tornei”.

De Laurentiis è invece assolutamente contrario alla SuperLega per la quale sembrerebbe orientato il presidente dell’Eca, Andrea Agnelli. “Lui è un uomo intelligente, non voglio credere che abbia in mente un torneo di questo tipo che sarebbe riduttivo per il resto del calcio europeo. Una formula che potrebbe anche rivelarsi valida in una fase iniziale, ma alla fine allontanerebbe una buona fetta di pubblico e di tifosi dal mondo del calcio. Ciò che mi preoccupa è che si parli di riforma a partire dal triennio 2024-2027 – le sue parole -. I buoi stanno già uscendo dalle stalle e tra poco diminuiranno drasticamente gli spettatori, sia per i nostri stadi reali che per quelli virtuali. I ragazzini si stanno distaccando, presi soltanto dagli electronics games. La velocità e il ritmo di questi giochi non vengono riprodotti in una partita reale. Invece di fare guerre fra Eca, Uefa e Leghe europee, innoviamo il calcio preda di vecchi meccanismi e istituzioni menefreghiste che tendono al conservatorismo pur di durare nei tempi”.

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