Le parole del tecnico giallorosso
L’allenatore della Roma, Claudio Ranieri, è intervenuto ai microfoni di Gazzetta.it, a margine dell’evento “Il calcio che amiamo”, organizzato da La Gazzetta dello Sport in collaborazione con il Ministero dell’Università e della ricerca scientifica, la FIGC e la Lega Serie A:
Il calcio come educazione, divertimento, integrazione. Nel calcio italiano quali di questi elementi manca, quali di questi elementi va sostenuto di più?
Credo ci siano tutti e tre gli elementi. Quel razzismo che si sente negli stadi è soltanto quella sciocchezza per prendere in giro in maniera sciocca il ragazzo che non ha la pelle chiara. Credo che il vero razzismo non ci sia o per lo meno in minima parte.
Lei parla spesso di giovani, ne allena di fortissimi (faccio un nome su tutti: Zaniolo). In che modo il calcio italiano può sostenere lo sviluppo dei talenti?
I talenti non ne nascono sempre, ma l’importante che dietro ci sia il lavoro continuo. Il nome che sta sulla bocca di tutti è quello di Ronaldo perché oltre al talento lui continua ad allenarsi come se fosse il primo giorno di allenamento, come se fosse ancora un bambino.
Si è divertito da quando è tornato ad allenare la Roma?
Molto! E poi allenare la squadra dove sei nato, dove hai fatto il tifo, dove sei andato allo stadio, in curva, in trasferta con la tua squadra del cuore, allenarla è tutta un’altra cosa.