“Il calcio deve parlare il linguaggio che parla la società attuale: rispetto, sostenibilità e uguaglianza dei valori”
Aitor Elizegi, presidente dell’Athletic Bilbao, ha rilasciato una intervista a Il Romanista a poche ore dall’inizio di Roma-Athletic Bilbao, amichevole in programma alle 20 allo stadio Renato Curi di Perugia. Queste le sue dichiarazioni:
Qual è il vostro messaggio al resto del mondo?
“Siamo molto contenti di essere qui, Perugia è un sogno mantenuto nel tempo. Il nostro messaggio è lo stesso in tutto il pianeta: scommettere sul territorio, sul talento locale, sui nostri giovani. Crediamo che il settore giovanile e la tifoseria siano centrali e debbano sempre camminare mano nella mano. Abbiamo tifosi in tutto il mondo che abbracciano la filosofia dell’Athletic: italiani, spagnoli, americani, inglesi… Pensiamo che tutti i club di calcio possano intraprendere questo percorso. Non è orgoglio etnico, ma l’orgoglio verso il territorio e il talento giovanile cresciuto in casa”.
Questa vostra scelta, per forza di cose, si scontra con le tendenze del calcio di oggi.
“Sicuro. La società civile ha iniziato a responsabilizzarsi a partire dal locale, prendendosi cura del proprio territorio, preoccupandosi dell’impronta che lasciamo su questo pianeta. Il calcio deve parlare il linguaggio che parla la società attuale, che è quello del rispetto, della sostenibilità, dell’uguaglianza, dei valori. Non possiamo parlare un altro linguaggio, non può esistere che la società civile parli di futuro e di rispetto e noi parliamo di spese, di investimenti, di eccessi di spesa… Il calcio è nato all’interno della società e deve rimanerci”.
Con tutti i suoi talenti locali, come Totti e De Rossi, e oggi Florenzi e Pellegrini, la Roma è un po’ un piccolo Athletic Bilbao italiano?
“Sì, credo proprio di sì. Noi ammiriamo giocatori come Totti e De Rossi, che decidono di dedicare la propria carriera a una maglia. Questo a Bilbao è sempre applaudito, a prescindere dalla squadra di cui si tratti. La Roma, tra l’altro, è molto ammirata tra di noi, la sua maglia è mitica. I giocatori che decidono di difenderla per tutta la vita da noi sono sempre ammirati e applauditi”.