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Roma, oltre Friedkin i grandi investitori

Essendosi accorciati i tempi, i consulenti stanno provando a stringere con alcuni dei 20 gruppi fattisi avanti. Friedkin che se n’è tornato a casa, ha messo al lavoro i suoi advisor

Escono gli arabi, ed entrano i grandi investitori finanziari internazionali per scendere in campo sulla Roma, in contrapposizione con Dan Friedkin che, in solitario, potrebbe bruciare tutti. Ma c’è una scadenza che James Pallotta e i suoi advisor  hanno posto nelle ultime ore: fine anno. Cioè entro il prossimo mese dovrebbe essere chiara la soluzione, da concretizzare entro i primi mesi del 2020. Questo perché a gennaio si riapre il calciomercato e senza un assetto proprietario definito la prospettiva è solo di vendere, magari addirittura il gioiello Zaniolo.

Essendosi accorciati i tempi, i consulenti stanno provando a stringere con alcuni dei 20 gruppi fattisi avanti. Friedkin che se n’è tornato a casa, ha messo al lavoro i suoi advisor di JpMorgan che stanno studiando l’operazione per entrare nella società. C’è il tema opa che spaventa tutti, la soglia da non oltrepassare è il 25%: ecco perché il magnate californiano potrebbe sottoscrivere una quota del 20% di un aumento di capitale da 150 milioni e nel tempo salire almeno al 51%.

Questo percorso potrebbe essere seguito anche dagli altri pretendenti. Chi? Tutti gli arabi si sarebbero defilati, a cominciare da Mayhoola. La famiglia finanziaria avrebbe voluto più tempo per riflettere, valutare e invece, il venditore vuole fare presto. Invece, i colloqui con alcuni private equity stanno avanzando. Ci sarebbero Permira, Blackstone, Kkr, Carlyle per citare quelli più blasonati.

Almeno tre di questi fondi stanno anch’essi valutando i conti per avere un ordine di grandezza, considerato che Pallotta vorrebbe diluirsi a fronte di soldi freschi da iniettare nelle casse della Roma. Qualche spicciolo lo vorrebbe intascare, vendendo direttamente una parte del suo 79%, detenuto da Raptor. Lo schema dell’operazione di Friedkin ma anche degli altri investitori, potrebbe essere l’acquisizione del 20% in aumento di capitale. Tutti vogliono arrivare almeno al 51%. Fino ad allora però, pur essendo in minoranza tutti vogliono avere voce in capitolo sulle decisioni. Lo riporta Il Messaggero.

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