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Prof. Tirelli (mental coach Santon): “Davide si è trovato subito molto bene con Fonseca e ha deciso di restare”

In estate il tecnico portoghese lo aveva inserito tra i cedibili, il terzino ha rifiutato le destinazioni per giocarsi le sue carte

Ad agosto, Davide Santon, dopo un primo colloquio con Paulo Fonseca, che non lo riteneva il terzino giusto per il suo gioco, avrebbe dovuto lasciare la Roma. Il terzino giallorosso decise comunque di restare nella Capitale.

Il mental coach, il professor Tirelli, intervistato dal Corriere dello Sport, ha spiegato come è riuscito a trasformare la frustrazione di Davide in determinazione:

Da giocatore sul mercato, a importante risorsa nel turnover di Fonseca.
“Quest’estate la società lo aveva convocato per comunicargli che era stato messo sul mercato. Ha avuto da subito avuto un ottimo rapporto con Fonseca, perché il tecnico ha la qualità di essere una persona molto chiara, anche quando questa estate lo aveva avvisato chiaramente che, nonostante la stia, gli sarebbe servito un giocatore diverso sulle fasce e che avrebbe avuto poche chance di giocare. Abbiamo parlato della situazione e la volontà di Davide è stata quella di giocarsi le sue carte, perché innamorato di Roma e della Roma. A quel punto abbiamo cominciato a lavorare come non mai per vincere lo scetticismo. Abbiamo sofferto e lavorato tanto”. 

Quanto sente e vede Santon?
“Lavoriamo costantemente tramite telefono, poi io ogni due settimane vado da lui per lavorare insieme con il mio metodo, le tecniche complementari sportive. Lavoriamo sull’aspetto mentale ed energico, quindi la digitopressione per migliorare l’attività energetica dell’organismo oltre agli esercizi muscolari a migliorare la capacità di mobilità articolare”. 

Il rapporto di Santon con Fonseca?
“Davide si è trovato subito molto bene con il tecnico, quindi la sua volontà è stata quella di voler restare. Pur rimanendoci male ha gradito molto la chiarezza di Fonseca. Con grandi fatiche si sta guadagnando la credibilità di giocarsi le sue chance. Sempre con equilibrio, sappiamo che bisogna migliorare ogni giorno e continuiamo con questo percorso sia quando le cose non vanno bene, non buttandoci giù, sia quando invece si vedono i risultati, non esaltandoci ma mantenendo un profilo equilibrato”.

Come si può ripartire mentalmente dopo la ‘chiarezza’ di Fonseca e la frustrazione di chi sa di non giocare durante la stagione?
“Si riparte prima di tutto valutando in modo obiettivo le proprie qualità. Questo vale per tutti noi. In Italia c’è una tendenza generale a valutare spesso più i teorici difetti e le mancanze delle persone anziché valutare prime la qualità. Santon l’anno scorso aveva giocato bene fino a un mese e mezzo dalla fine della stagione quando si era infortunato. Ha sempre risposto bene in campo. Purtroppo però ci sono dei giocatori che quando storicamente vengono un po’ marchiati da una diffidenza generale, questi possono anche fare buone prestazioni ma poi con una partita sbagliata vengono riportati dentro la diffidenza generale dimenticandosi del buono che è stato fatto. La frustrazione ‘depressiva’ è umana e non bisogna negarla, ma una volta smaltita dopo 48 ore il giocatore deve riemergere valutando le proprie qualità obiettivamente, riconoscendo le buone cose che sa fare bene e come come è arrivato a farle. È importante in certi momenti ricordare da dove il giocatore è arrivato e cosa lo ha portato ad essere in questo caso un professionista che gioca in Serie A, una delle massime serie a livello mondiale. Inoltre bisogna essere forti a far sì che  menti esterne riescano a sottrarre quanto fatto di buono fino a questo momento. Il giocatore deve riacquisire l’autostima. A quel punto bisogna recuperare quella sana rabbia che si ha dentro e realizzarla a livello di allenamenti e quotidianità sotto forma della grinta che deve essere manifestata in ogni istante di un allenamento e di una partita. Solo con il lavoro i risultati arrivano. C’è un altro termine che viene confuso, che è la pazienza. Non è una qualità passiva, ma è forse tra le più attive. La pazienza è il determinarsi di un obiettivo e il percorso che noi intraprendiamo per raggiungerlo”. 

Con la pazienza c’è anche l’autocontrollo del giocatore. Non ha mai detto una parola fuori posto.
“È vero. Davide è sempre stato ben voluto in tutte le squadre in cui ha giocato. È una persona buona, e che si mette a disposizione. Attraverso il lavoro che stiamo portando avanti ha ulteriormente compreso che bisogna a volte anche accettare la libertà delle decisioni degli altri, non contrastandole con atteggiamenti distruttivi, ma accettando le decisioni per poi lavorare per dare l’opportunità alle persone di riformulare delle proprie riflessioni”. 

Santon ha un uso moderato dei social. Lavorate anche su questo?
“Sì. Lui è una bella persona, molto semplice. Inoltre sa che la nostra performance agonistica non dipende solamente dall’allenamento ma anche dalla qualità della vita quotidiana: equilibrio tra sonno e veglia, equilibrio tra il viversi con gioia determinati aspetti della vita, e al contempo essere controllati e sereni rispetto a situazioni potenzialmente di disturbo. C’è una radice molto buona di questo ragazzo, ma poi c’è un allenamento quotidiano su che cosa sia lo sport inserito nella nostra vita. Davide ha tra l’altro aderito immediatamente al progetto “Sport for Nature” (ideato dal Prof. Tirelli, una serie di iniziative per promuovere la salvaguardia del pianeta grazie anche allo sport, ndr), questo fa capire che è un ragazzo che vive le problematiche della vita. È inserito nei video dei vari progetti che sto realizzando, insieme ad altri protagonisti del calcio”.

Il mercato invernale può turbare Santon nel suo processo di lavoro?
“Io e Davide non abbiamo parlato di mercato. Non è questo il nostro obiettivo, ma dare il 100% giorno per giorno per realizzare la sua volontà di rimanere alla Roma. Tutto questo con veramente il rispetto dei valori altrui. Un giocatore che ha la mente allenata è cosciente del fatto che anche gli altri compagni hanno delle proprie qualità e che tutti se la giocano per scendere in campo. Una cosa molto bella è che Davide si trova molto bene con tutti i suoi compagni, ma anche loro lo amano molto. Non c’è competizione, se non quella sana che hanno tutti gli atleti”. 

Il suo lavoro è legato a quello dell’entourage del giocatore?
“Assolutamente. Il team se ben coordinato riesce a dare il massimo per la realizzazione possibile del progetto. Siamo sempre in collegamento con il suo procuratore, c’è un lavoro di supporto e di volontà di fare il bene del giocatore al livello di squadra. Vigorelli e il suo staff lo stanno sostenendo molto. Noi sappiamo che siamo in un percorso sempre di miglioramento. Siamo molto equilibrati ma altrettanto decisi e determinati a far sì che Davide Santon possa esprimersi al meglio delle sue possibilità”. 

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