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Verdone: “Pronto a girare un film con Friedkin purché porti entusiasmo”

Le parole dell’attore romano

Carlo Verdone, attore e noto tifoso romanista, ha parlato del passaggio di consegne tra Pallotta e FriedkinIl Messaggero:

Pallotta non le è piaciuto?
“Certe scelte non le ho comprese”.

Spieghi.
“Per me un presidente deve essere presente, deve stare vicino alla squadra, anche entrare nello spogliatoio. Deve respirare l’atmosfera, viverla. Capisco i suoi affari oltreoceano, ma forse una via di mezzo sarebbe stata opportuna”.

Pallotta ha speso ma non ha vinto.
“Certe operazioni non le ho capite, quella che mi ha sorpreso: comprare Schick con i soldi di Salah. Buttati. Incomprensibile”.

Non ha raggiunto la giusta empatia con la città.
“Quando uno decide di cedere un club, vuol dire che si è stufato.Qualche anno fa l’ho conosciuto, sono stato a pranzo con lui a Boston. E’ stato molto cordiale. Era già stanco della burocrazia italiana, che gli ha creato difficoltà per lo stadio”.

Uno dei cavalli di battaglia della società americana è che a Roma sia difficile vincere per colpa dell’ambiente, delle troppe radio. È d’accordo?
“A Roma si può vincere, certo. Le radio sono un elemento di folklore. Qui si vince se si costruiscono squadre forti. La Roma in questi anni ha avuto le possibilità di arrivare a certi traguardi, ma poi le squadre venivano sistematicamente smontate. Noi abbiamo rinforzato le più grandi società del mondo. Prendiamo il Liverpool: Salah, Alisson… Io non lo trovo normale. Sentivo una voce, che Pallotta aveva un socio nei Reds, ecco perché gli affari migliori li ha fatti con loro. Io credo poco a questa voce, ma se fosse vera…”.

Che Roma trova Friedkin?
“Una buona squadra con una base fortissima, un bravo allenatore, ottimi giocatori come Pellegrini, Zaniolo, Mancini. Certo, se ricominciamo a vendere i gioielli non si va da nessuna parte, sarebbe un terremoto. I texani i soldi non li buttano e vogliono guadagnare. Friedkin come Pallotta, mi auguro solo che questo nuovo investitore prenda una strada diversa, e che stia più vicino alla squadra. Che non sbagli i suoi collaboratori”.

Pallotta si è affidato a gente sbagliata?
“Non ho mai capito la scelta di Monchi. Un mio amico spagnolo mi disse: avete preso un ds normale, non un fenomeno. Pallotta si è fidato molto di Baldini, che però era a Londra. Il padrone deve controllare con i suoi occhi”.

Totti e De Rossi, le figure giuste per la ripartenza?
“Non lo so, da quello che vedo hanno intenzione di fare altro. L’importante che ci sia entusiasmo in chi lavora a Trigoria. Business sì, ma anche passione”.

(Intervista di Alessandro Angeloni)

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