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Cubero: “Monchi non avrebbe mai voluto prendere la Roma. Sarà la gara più equilibrata degli ottavi”

Le parole della giornalista

Cristina Cubero, giornalista de El Mundo Deportivo, è intervenuta questo pomeriggio ai microfoni di “Febbre da Roma”, trasmissione in onda sulle frequenze della web radio Non è la radio.

Cosa si è pensato quando il Siviglia è stato sorteggiato con la Roma?
“Si è pensato che sarà una grande partita per Monchi sicuramente, la squadra che non avrebbe mai voluto prendere. Gli spagnoli sono orgogliosi di ospitare la Roma perché così hanno un’ulteriore possibilità di conoscere questa squadra così passionale”.

Il Siviglia in Liga non sta facendo malissimo ma neanche benissimo: cosa ci puoi dire della squadra spagnola? Che annata sta vivendo?
“Il Siviglia è terzo in classifica, ma sta avendo una stagione molto irregolare. Come del resto Real Madrid e Barcellona. È una Liga strana. Tutte le grandi stanno soffrendo: Real e Barça sono prime ma hanno fatto una brutta figura in Copa del Rey, eliminate a sorpresa da squadre inferiori. Lopetegui ha cominciato la stagione molto bene ma poi ha avuto alcune difficoltà”.

Considerando il fatto che in Europa League il Siviglia è ormai una realtà importante avendo vinto tante volte questo trofeo, pensi che questo possa contare nel match contro la Roma o sarà una partita a sè? La Roma come la vedi?
“È vero che il Siviglia ha vinto tante volte questo trofeo e sicuramente il match con la Roma sarà quello più equilibrato degli ottavi di finale. Arrivano entrambe con alcuni problemi, quindi al momento non posso dare percentuali di passaggio del turno per una o per l’altra squadra, dovremmo aspettare. Per me è favorita la Roma, ma resta più un mio desiderio che una realtà”.

Sarà determinante giocare l’andata a Siviglia?
“Sì, sarà molto importante: ma non solo conto il Siviglia, per tutte giocare la prima in casa è complicato. Soprattutto per le squadre spagnole, le quali non stanno andando bene in Europa. Avete visto il Barcellona con il Napoli o Il Real con il City. Se c’è un momento nel quale si possono battere le squadre spagnole è questo: sono 2 anni che queste squadre non sono più ai livelli di una volta”.

Quest’anno nel Siviglia, oltre al già citato Monchi, ci sono molti ex “italiani”: Suso dal Milan, Banega dall’Inter, Vazquez dal Palermo e Ocampos dal Genoa. Pensi che questo possa essere un vantaggio nel doppio scontro con la Roma?
“Sì. Monchi ha imparato dalla Roma che occorre comprare calciatori che giocano nel campionato italiano per poter costruiresquadre più strutturate, Il lavoro di Monchi non è stato eccezionale nella Capitale come tutti ci aspettavamo, ma sicuramente ha capito che il calcio italiano è una cosa diversa da altri tipi di gioco. Lopetegui ama il calcio italiano: il suo è una stile più offensivo ma ha sempre studiato le squadre italiane e Monchi in questo senso, dato che conosce più di tutti la Roma, sarà la spia numero uno”.

Anche la Roma tra le sue fila ha Fazio e Perotti che potrebbe utilizzare come “spie”.
“Sì, è vero. Alla fine, sono due squadre che si conoscono molto bene: non solo l’aspetto tattico ma anche quello emotivo, che in questo tipo di partite diventa poi fondamentale”.

Il Siviglia è una squadra che segna poco ma subisce anche poco: può essere la forza della squadra?
“Sì. È una squadra ben strutturata in difesa ma che fatica a segnare. Ci sono momenti della partita in cui perde la concentrazione, non sta sul pezzo per 90 minuti e questo fattore deve essere sfruttato dalla Roma”.

Monchi ha cambiato la sua reputazione in Spagna dopo il fallimento a Roma?
“No: qui si ricordano ancora di quella fantastica vittoria contro il Barcellona. È rimasta più quella impresa che la sua esperienza globale. A Siviglia Monchi ha fatto guadagnare molti trofei e molti soldi. Per uno spagnolo non è facile lavorare a Roma: ricordiamo ad esempio Luis Enrique. Per lavorare a Roma devi avere una qualità superiore. Luis Enrique aveva queste qualità magari, ma non aveva magari il carattere, non era convincente. Lucho si è trovato molto bene a Roma: una volta mi ha detto che avrebbe vinto un trofeo anche con la R oma. Magari lo diceva per far piacere a me, chissà. Lui è un tecnico molto giovane. Tornando a Monchi, qui in Spagna continua ad avere una grande immagine: compra a poco e vende bene”.

Monchi magari avrebbe fatto bene ad uscire dalla Spagna e lavorare altrove per crescere?
“Sì, ma qual è il posto migliore per lavorare se non la propria casa? Lui lasciò Siviglia molto bene, con la squadra che aveva vinto l’Europa League. È tornato a Siviglia dalla sua gente con l’amore della sua città, e si trova benissimo”.

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