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Verdone: “Isolamento? Riscopro le mie passioni. Vi racconto Sordi e Sergio Leone”

“Erano figli di altri tempi”

Carlo Verdone, attore e regista di rinomata fede giallorossa, è intervenuto ai microfoni di Teleradiostereo per commentare il difficile momento che Roma e l’Italia intera stanno attraversando a causa dell’emergenza sanitaria. Queste le sue parole:

Carlo Verdone, come sta vivendo questi giorni di isolamento?
Leggendo, ascoltando, parlando. Esattamente come nella mia vita di sempre sono più fan che protagonista, mi ritengo una persona semplice. Quindi riscopro le mie molte passioni. Mi aiuta la musica così come la lettura. Mi aiuta il giardinaggio in campagna. Insomma, non mi annoio e cerco di darmi da fare. Questo a insegnamento di una cosa, non bisogna vivere solo di cinema e lavoro. Ho amici anche di tante altre professioni, medici e avvocati, con cui parlare d’altro. Spaziare è importantissimo, più che mai in questi giorni.

Anche perché il cinema è confronto.
L’importante è osservare la gente e prenderne il meglio, raccontandone le storie. Ho preso personaggi deboli e fragili, umani e non supereroi. Non si sono mai vergognati di esibire le proprie debolezze. Gallo Cedrone è stato invece un megalomane, Un film sgangherato che all’epoca ha colpito molto il pubblico. Certe volte la realtà scavalca anche la mia creatività e la mia fantasia.

Ha avuto l’onore di lavorare con Alberto Sordi e Sergio Leone. Come racconterebbe la loro romanità e soprattutto la romanità di oggi?
Alla fine Leone e Sordi erano figli più o meno dello stesso periodo. Era una Roma scanzonata ma saggia, furba, accorta, attenta e piena di genio. Erano figli di altri tempi. Sono stati unici nel saper intercettare la loro sensibilità artistica, vivendo un periodo di grande amore per il cinema. Sordi ha preso il DNA dell’italiano medio in una maniera sublime. I suoi film in bianco e nero sono insuperabili. Leone era molto colto e attaccato alle sue origini. Un romano che amava Roma e Trastevere, dov’è nato, a Via Filippo Casini. Aveva quella scintilla di intelligenza in più. Non avevano quella volgarità che oggi c’è, bensì dimostravano grande dignità ed eleganza. Oggi? È cambiato un po’ tutto. L’entusiasmo dell’autore nello scrivere bene e nell’interpretare bene s’è un po’ perso. Oggi è tutto più frammentato. Lo spettacolo cinematografico si suddivide tra le serie in streaming, sul computer e in sala. Non abbiamo fatto in tempo a vantare un recupero degli spettatori che è arrivata questa batosta del coronavirus. Sicuramente c’era più eleganza, in qualche modo. Oggi c’è da stringere i pugni.

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