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Ranieri: “Di fronte alle migliaia di morti i giocatori hanno un solo dovere: stare a casa”

Ora è sulla panchina della Sampdoria ma Claudio Ranieri ha rappresentato, e lo farà per sempre, un pezzo di storia della Roma.

L’allenatore testaccino ha rilasciato un’intervista in cui parla della situazione legata al Coronavirus che ha colpito molti suoi giocatori. Queste le sue parole a La Repubblica:

Pronti a riprendere il campionato?

Calma. Il governo può dire ricominciamo o no, ma spetta ai medici deciderlo. Si è capito che questo virus può dare complicazioni al cuore: prima di tornare ad allenarsi, vale per la Sampdoria e per tutte le squadre, è dovere dei medici ridare ad ogni atleta l’idoneità completa. Non solo una visita generale ma approfonditi controlli cardiaci. Con la salute non si scherza.

Qualche club come Lazio e Napoli vuole già tornare in campo…

Prematuro. Ha fatto bene il presidente Conte ad emanare quel decreto sul divieto agli sportivi professionisti, in modo da togliere idee strane. Di fronte alle migliaia di morti, i giocatori hanno un solo dovere: stare a casa. Non basta applaudire medici e infermieri, chiamarli eroi. Aiutiamoli per davvero.

I presidenti sono divisi. C’è chi vorrebbe la ripresa e chi lo stop definitivo…

Io sono cresciuto con il pallone, frequento questo mondo da 50 anni. Mai direi no ad una partita. Ma in un’emergenza come questa bisogna essere seri. Non entro nella polemica, dico cosa dobbiamo aspettarci dalla ripresa: chi è stato colpito dal virus, durante i primi allenamenti si sentirà fiacco. Come ha detto il mio presidente Ferrero un giocatore non è una macchina che si spegne e si riaccende, prima di tornare a giocare ci vorranno settimane di preparazione. Sarà peggio di un ritiro estivo perché c’è l’aggravante per chi è stato contagiato dalla malattia. E prima del campo, insisto: massima sicurezza. Poi dopo, il via libera. Starà all’allenatore e allo staff capire chi può reggere una gara e chi no. Tra l’altro si ipotizzano 3 partite a settimana, tutte a pieno regime. Cosa già difficile prima che arrivasse il Coronavirus.

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