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De Rossi al Premio Calabrese: “Friedkin? Tenere i piedi per terra può essere un bene”

Sarà premiato insieme al Ceo Guido Fienga

Daniele De Rossi è arrivato intorno alle 17 a Soriano nel Cimino per il Premio Nazionale “Pietro Calabrese”. L’ex numero sedici della Roma è stato premiato alla carriera (ha lasciato il calcio lo scorso gennaio). Oltre a lui sono stati premiati anche il Ceo della Roma Guido Fienga, che riceverà la “Castagna d’Oro” e Federico Balzaretti. Intercettato a margine della premiazione, De Rossi ha rilasciato le seguenti dichiarazioni:

Che ne pensi di Pirlo allenatore della Juve?
“Lui è stato un fenomeno da calciatore. Avrà un inizio pesante dal punto di vista della pressione. La Juventus ti chiede tanto, ma se c’era bisogno di qualcuno con personalità hanno preso la persona giusta. L’obiettivo è vincere, ha una grandissima personalità”.

Daniele De Rossi è già allenatore?
“Negli anni ho visto allenatori a cui non davo una lira fare grandissime cose e viceversa. Non pensavo che Simone Inzaghi o Gattuso potessero diventare allenatori così bravi. Bisognerà vedere i risultati. Di sicuro ho grande voglia e qualche idea, ma innanzitutto devo prendere il patentino, poi si vedrà”

Che errore non dovrà fare Friedkin?
“Non so. Io devo prendere il patentino per fare l’allenatore. Il dirigente lo farà chi vuole farlo. Non mi sento di dare consigli, quelle poche parole che ho sentito, il fatto di tenere tutti quanti coi piedi per terra è un bene alla lunga. Non fare promesse che poi non potrebbero essere mantenute. In una piazza passionale come Roma, accendere gli animi subito può essere un grande errore”.

Ha fatto molto parlare il cambio di procuratore.
“Sono entrato in un’agenzia che si occupa di calciatori e allenatori. Fa parte dell’avvicinamento a questa professione, niente di più”.

Quanto sei stato vicino alla Fiorentina?
“Sono molto vicino a fare il patentino, spero di farlo al più presto e di avere opportunità importanti. In questo senso la Fiorentina è una piazza gigante, ci andrei a piedi. Qualsiasi squadra di Serie A sarebbe già una partenza importante. Sono gli obiettivi che qualsiasi allenatore ha”.

Se la Roma ti avesse chiamato al posto di Fonseca?
“Io prima devo fare il corso, poi vedrò chi si interesserà a me. Al momento si sta parlando del nulla. La Roma farà il suo percorso, io il mio. Ogni mia parola a Roma ha il suo peso e devo rispettare chi sta lavorando lì. Mio padre mi parla benissimo di Fonseca”.

Un ritorno di Totti alla Roma cosa può dare?
“Dovete chiederlo a lui. Ci siamo sentiti due giorni fa, ma non abbiamo parlato di calcio”.

Cosa pensi del possibile addio di Dzeko?
“Non penso. Fare l’allenatore è dispendioso, dovrò concentrarmi su questo. Il mercato è una roba estiva che non è per me”

Ti manca il campo?
“No, non mi manca il calcio. Mi dispiace per il Boca, non sono riuscito a dare il massimo lì”.

La Roma ti manca?
“Sempre. I tifosi li incontro sempre per strada. Si parla di un percorso talmente lungo e pieno d’amore che ho metabolizzato. Ci sono arrivato abbastanza preparato”.

Il tuo calcio è 4-3-3?
“Il calcio non è mio, questa frase mi fa sorridere. Vediamo quando arriverà il patentino”.

 

 

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