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Mancini: “Lo scudetto lo assegna il tampone”

“Sono fiero di essere in un club come questo”

Gianluca Mancini, difensore della Roma, ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello Sport a proposito del cammino giallorosso in questa stagione e del suo momento calcistico. Queste le sue parole:

Gianluca, che momento state vivendo nel mondo del calcio?

E’ un periodo difficile per tutti, nel mondo del calcio e nel mondo reale, dove tante persone non ci sono più. Noi cerchiamo di stare attenti e continuare il nostro percorso calcistico.

Controlli, tamponi, regole rigide. Il calcio vuole andare avanti per sopravvivere…

Il mese scorso, prima di andare in Nazionale, avevamo fatto centinaia di tamponi, in questo ultimo mese ne abbiamo fatti ancora tanti. La Roma è organizzatissima, cerchiamo di scoprire se c’è un positivo per evitare i contagi. Sotto questo aspetto sono fiero di essere in un club come questo, che tra l’altro grazie alla sua fondazione è molto impegnato nel sociale.

Da giugno giocate negli stadi deserti. Che effetto fa a un calciatore?

Le prime partite sono state veramente brutte, una sensazione stranissima. Dentro di noi non c’era quel qualcosa in più che ti trasmettono i tifosi, che ti spingono a dare il massimo. Con il tempo ci siamo abituati, ma lo spettacolo non è più come prima.

Il presidente della Federcalcio, Gravina, ha sempre sostenuto l’idea che il calcio non debba fermarsi…

Fermarsi sarebbe un problema. Noi siamo fortunati perché giochiamo nella massima competizione italiana, ma penso agli altri campionati che sono più in difficoltà. Quando ci hanno fermati, a marzo scorso, molti club hanno rischiato il fallimento. Se dovessimo rifermarci oggi sarebbe molto difficile ripartire. Dobbiamo convincere tutti a stare più attenti possibile. La società è molto vigile, ma anche noi calciatori facciamo di tutto per evitare i contagi.

La Roma è terza in classifica dopo un avvio difficile. Quanto vale la vostra squadra?

Ha un valore importante. Lo scorso anno abbiamo fatto i primi sei mesi bene, con un allenatore nuovo e a dicembre eravamo a due punti dal quarto posto dell’Atalanta. A gennaio c’è stato un black out incomprensibile, poi abbiamo finito bene la stagione, a parte l’ultima partita con il Siviglia, che poi ha vinto l’Europa League. Avevamo finito in crescendo. Quest’anno siamo partiti tra qualche scetticismo, ma noi siamo convinti della nostra forza, abbiamo più sicurezza, ci conosciamo meglio, è più facile dello scorso anno, quando partimmo da zero.

La difesa da quando è tornato Smalling ha preso solo un gol: è un caso?

Chris non lo scopro io, se uno fa duecento partite nel Manchester United è forte. Il suo ritorno è stato importante per la sicurezza che dà in campo, io e gli altri siamo giovani, con lui ci troviamo bene. Ma se non prendiamo gol il merito non è solo della difesa, conta il comportamento di tutta la squadra che fa pressing per tutti i novanta minuti, ci aiutiamo a vicenda. Oggi tirarci in porta e segnarci è difficile.

La Roma può inserirsi nella lotta per lo scudetto?

Sappiamo tutti che è un campionato strano, particolare. Infortuni e Covid decideranno la classifica finale. La Juve ha cambiato allenatore e tanti giocatori, la Roma pensa a fare partita per partita e fare il meglio possibile. Il nostro obiettivo è restare tra le prime quattro e giocarci la qualificazione alla Champions, in un campionato così bisogna stare sul pezzo e restare concentrati.

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