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Roma-Lazio è il gioco delle coppie

Domani alle 18 il derby della Capitale

Undici incroci da derby, nelle mille traiettorie impercettibili su cui vivrà Roma-Lazio. Solo i portieri si sfideranno a 105 metri di distanza, gli altri saranno tutti degli uno contro uno, quelli prevalenti almeno, seguendo la logica dei probabili schieramenti.

Anche se c’è chi si dovrà sdoppiare, come gli esterni della Roma se la fase difensiva non si incastrerà subito col 4-3-3 di Sarri; o gli esterni difensivi della Lazio, se Abraham e Zaniolo si allargassero molto per far spazio agli inserimenti centrali, o se gli attaccanti non seguissero i terzini romanisti in contrattacco. Lazio immutata dalla cintola in su rispetto all’andata, mentre la Roma a settembre era ancora col 4-2-3-1, che quel giorno si consegnò al contropiede avversario.

RUI PATRICIO-STRAKOSHA: Il portoghese si fa preferire per l’esperienza, non solo quella evidenziata all’anagrafe (è 7 anni più anziano) ma soprattutto per le presenze tra i prof: 735 a 220, oltre 500 partite in più. Una vita. Occhio, a volte Rui soffre della sindrome di Zoff nel 1978: i tiri da lontano lo atterriscono, come a Strakosha certi passaggi coi piedi.

KARSDORP-MARUSIC: Il danese aspetterà nell’ampiezza Pedro, ma poi dovrà riaggredire a destra, coi tempi giusti. Può essere una chiave. Marusic, che si è assestato via via in stagione, va in difficoltà se preso alle spalle, altrimenti oppone un buon muro, anche nelle diagonali al centro.

ZALEWSKI-LAZZARI: Anche qui differenza marcata di età (28 anni il laziale, 20 il romanista) e di partite tra i grandi: circa 200 Lazzari, appena 7 Zalewski. Al giallorosso spetta il primo urto con Felipe, poi la ripartenza, di freschezza, come sa fare. Lazzari soffre se lo attaccano, ma non devi farlo partire a sua volta. Mourinho potrebbe anche optare per El Shaarawy.

MANCINI-PEDRO: All’andata il capitano romanista lesse male alcuni tagli di Pedrito, e fu notte. Pochi come l’ex blaugrana sanno prevenire i difensori, se gliene dai l’opportunità: cercherà di accentarsi presto, senza cercare la linea di fondo, e incrocerà Mancini. In teoria, duello favorevole al laziale. Sempre che il romanista, che dovrà dare uno sguardo a Luis Alberto se quello starà alto, non ringhi bene in anticipo.

SMALLING-IMMOBILE: È l’incrocio di più alto livello, uno dei crinali su cui si decideranno le sorti. A settembre, con l’inglese assente, Ciro infierì negli spazi sui due centrali della Roma. Adesso saranno tre, e con Smalling. Immobile, che è in formissima, cercherà la profondità, Smalling gliela negherà, anche a costo di farsi risucchiare negli anticipi. Tanta esperienza, più di ogni altro duello: 64 anni in due.

KUMBULLA-FELIPE ANDERSON: Uno dei romanisti più in palla si allargherà per aiutare Zalewski e per cercare il contatto con Felipe, spesso i due saranno a confronto. Negli ultimi tempi nessuno ha messo in difficoltà Kumbulla, mentre il brasiliano è alterno. Potrebbe prevalere il giallorosso, che nelle rotazioni salirà anche su Milinkovic, a meno che non conceda il dribbling stretto al 7 laziale: lì sarebbero dolori.

PELLEGRINI-LEIVA: Lucas è tornato guizzante, attivo, proprio nel periodo in cui Pellegrini non si sta ritrovando, anche nell’espressione tecnica: per ora, prevale il laziale. A meno che Pellegrini non dia forfait per via della febbre, e a quel punto sarebbe rilevato da Mkhitaryan.

MKHITARYAN-LUIS ALBERTO: Anche qui alto tasso tecnico, con l’armeno più moderno e internazionale nell’interpretazione del ruolo di interno. I progressi di Luis però sono visibili, anche in interdizione. Altro duello chiave, Mikhi un pelino più avanti, almeno nella prima ora di gioco. Dovesse invece giostrare lì Oliveira, Luis Alberto avrebbe più occasioni di puntare l’uomo, come piace a lui.

CRISTANTE-MILINKOVIC: Confronto ad altezze siderali, verso il metro e novanta. Cristante proverà a stringere Sergej in una morsa con Kumbulla, con palla in volo ma anche a terra, evitando che il serbo la giochi di prima, uno dei suoi lati migliori. Di recente riescono in pochi a limitarlo, quando Milinkovic ci si mette davvero: dalle sue lune, mai prevedibili, dipendono diverse cose nella Lazio.

LUIZ FELIPE-ABRAHAM: Tammy sta diventando una sentenza, 4 gol nelle ultime 7 partite, spesso intorno al 90′. Sbatterà addosso a Luiz Felipe, di recente apparso meno sicuro negli anticipi e nel tocco. L’inglese può prevalere sulla tecnica e nei colpi di destrezza sotto misura, mentre soffre gli avversari molto fisici.

ACERBI-ZANIOLO: Il laziale è in espiazione dopo una stagione tormentata ed è tornato più registrato, più a suo agio. Forse si fa preferire al romanista, che invece sembra sempre di rientro da qualcosa, ora è di nuovo giù, misteriosamente; ma sente il derby come pochi, e questa è una di quelle partite da pronostici impossibili, o da esiti sorprendenti.

Lo scrive Il Messaggero.

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