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Tammy e Lorenzo grandi bellezze

Il dominio giallorosso con i due tenori in campo

Tammy fa gol spingendo la palla dentro un po’ con la coscia e un po’ con il pube, poi bissa in volo su perfetto assist di Karsdorp; Lorenzo, romano e di professione capitano, chiude i giochi con una rete che è un disegno, un arcobaleno, la palla vola in aria e atterra sotto al sette. Nella stessa porta sotto la Nord dove, a settembre del 2018, segnò con il tacco.

Pellegrini corre, mostra le orecchie ai cinquantamila dell’Olimpico, troppo criticato ultimamente e lui non ci sta. Alla fine, esce accompagnato dalla standing ovation. Totti in tribuna sorride orgoglioso, Lorenzo è il suo erede designato (da lui stesso). Abraham mostra il sorriso dell’innamorato, di un amore sincero per Roma, la Roma, i suoi colori, le sue canzoni. La Lazio è suonata dalle loro tre note.

Abraham ne poteva segnare anche tre e sarebbe stata l’apoteosi, ma il compasso si è aperto troppo e la porta spalancata non ha accolto il pallone per il poker. Sbeeeemmm scrive la Roma su Twitter alla fine del primo tempo, in effetti l’uno due dell’inglese – più il tris del capitano – suona come un doppio ceffone, che manda in tilt i piani di Sarri in ventidue minuti. Due reti e una serie di primati per Tammy.

Uno) La rete più veloce in un derby di A, dopo appena 56 secondi (Montella, nel 2000 segnò dopo 2 minuti e 6 secondi).

Due) Superati di slancio mostri sacri del gol come Batistuta e Montella, che al loro primo anno a Roma hanno timbrato 21 volte: loro hanno vinto lo scudetto, Abraham sta solo studiando per eguagliare anche quel primato.

Tre) Con la doppietta ha toccato quota 23, di cui 15 in campionato (eguagliando il suo record in un singolo torneo, 15 con il Chelsea nel 2019/2020)e da inizio 2022, solo Robert Lewandowski con 12 ha segnato più reti di lui, 9. Il numero 9 – con questi numeri – sfata anche la leggenda secondo la quale i calciatori britannici, qui, funzionano poco: lui è pure diventato il secondo giocatore inglese in Serie A a realizzare una rete in un derby di Roma, dopo Paul Gascoigne con la maglia della Lazio il 29 novembre 1992, quando pareggiò in extremis il gol di Giannini.

“Non ho parole, non potevo chiedere di più. È bello vedere cosa significhi per i tifosi questa partita, ho contribuito alla vittoria, ne sono felice. Devo dire grazie ai compagni e ai tifosi. Da quando sono arrivato mi hanno fatto sentire a casa. Siamo uniti. La Roma ha investito molto su di me e voglio ripagarla. Mi dispiace solo non aver segnato il terzo gol“, le sue parole a fine partita, nudo alla meta.

Per il capitano è la seconda rete nel derby e l’undicesima in stagione: 8 in campionato, tre in Conference, più quattro assist. Veniva da un infortunio e dall’influenza accusata negli ultimi giorni. Ha pagato anche lui il calcio di poca qualità mostrato dalla Roma nell’ultimo periodo. Il derby vinto così apre le porte alla felicità e tutto sembra più bello. Ora comincia per lui l’avventura con la Nazionale, vuole il Mondiale dopo aver perso l’Europeo per il solito infortunio. Sognare è lecito. Lo scrive “Il Messaggero”.

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