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Fabio Junior: “Resto un tifoso della Roma. Non la considero un fallimento”

Parla l’ex attaccante della Roma

Fabio Junior ha rilasciato una lunga intervista a ‘Grand Hotel Calciomercato‘. Queste le parole del brasiliano:

“Ho conservato ogni ritaglio di giornale in cui si parlava di me così, anche quando sono arrivato a Roma. So benissimo che avrei potuto fare molto di più. Ero considerato una rivelazione in uno dei campionati più difficili del mondo” 

I paragoni con Ronaldo

Ma i confronti non sono mai buoni. Io prendevo le distanze, ma mi rendevo conto che fosse inevitabile. Ho sempre tifato per Ronaldo, che per me è stato unico: ho avuto l’onore di giocare in Nazionale con lui, era un fenomeno davvero. Però anche i miei numeri erano importanti: pochissimi giocatori lasciano una città di tremila abitanti e una squadra di periferia, il Democrata, per spostarsi in uno tre grandi club del suo stato come il Cruzeiro”

L’arrivo in Italia

“Per me, un sogno. E giocare per i colori di una delle società più importanti del mondo, un privilegio. Mi sento io stesso un tifoso della Roma”.

Ma qualcosa non ha funzionato

“Con il tempo sono arrivato a una risposta: avrei dovuto avere più pazienza. Forse ero troppo giovane, e poi volevo giocare sempre: ho preso spesso decisioni affrettate e so che a Roma avrei potuto fare di più. La mia carriera dice che le soddisfazioni sono state molte di più rispetto alle delusioni: ho realizzato il sogno di tutti i giovani che vogliono diventare calciatori; ho vestito la maglia della mia Nazionale e non c’è onore più grande nello sport; ho cercato di vivere ogni singolo momento come fosse l’ultimo. Ma non considero Roma un fallimento. Avrei potuto fare di più: in alcuni casi non me lo hanno lasciato fare, in molti mi è stato proprio impedito per motivi che conosco solo io”.

Sui passaporti falsi

“È stata una brutta ferita, ho subìto un processo senza il mio consenso. E forse anche per questo non sono rimasto in Europa”.

Sulla Roma

“La squadra in cui ero inserito era fantastica: c’erano Cafu, Aldair, Zago, Candela, Paulo Sergio, Montella, Delvecchio, Di Francesco, Di Biagio. E poi Totti. Come posso scegliere uno a cui fossi più legato?”.

E sugli allenatori, Zeman e Capello

“Del primo ho un profondo affetto e rispetto. Mi ha sempre trattato molto bene, aiutandomi ad adattarmi al calcio italiano. Con il secondo, pur avendo grande stima professionale, non è andata bene: quando è arrivato, i miei problemi con la società sono aumentati”.

Ora il brasiliano fa il commentatore per il Gruppo Globo, con un obiettivo

“Spero di poter continuare fino ad arrivare a raccontare i prossimi Mondiali. Non scherzo, ho accettato con lo stesso entusiasmo con cui accettai la Roma”.

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