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40 anni di “Grazie Roma”! Il club: “Sublimazione di un sentimento”

Lo storico inno che si intona a fine partita festeggia gli anni lo stesso giorno del suo autore, Antonello Venditti

Nel giorno del 74° compleanno di Antonello Venditti, anche una sua celebre canzone spegne le candeline. Si tratta di “Grazie Roma”, l’inno giallorosso che si canta dopo ogni vittoria allo Stadio Olimpico. La Roma ha voluto celebrare il cantante e la canzone con un messaggio sul proprio sito ufficiale:

Il più grande merito di Antonello Venditti è stato quello di avere sintetizzato in note e parole quello che significa la Roma per tutti noi.

“Grazie Roma” fu registrata da Antonello l’8 marzo di 40 anni fa, proprio nel giorno del suo compleanno, e ancora oggi rappresenta la sublimazione di un sentimento che definire d’amore sarebbe forse riduttivo.

Perché la Roma è un collante, è quella forza della natura che ci fa sentire uniti. Anche se non ci conosciamo. Anche se siamo lontani. La Roma è quel ponte tra New York e Mosca.

“Grazie Roma” non è quindi un inno, ma una fantastica esegesi: svela al mondo perché la Roma è così importante per noi.

Venditti compone “Grazie Roma” nel novembre del 1982, nella sua casa di Trastevere, ma la registra l’8 marzo 1983. Quando ancora lo Scudetto doveva essere conquistato. Ed è lui stesso a svelare le ragioni che lo spinsero a un gesto così ardito: ringraziare la Roma per qualcosa che era nell’aria, ma che ancora doveva verificarsi.

Lo fa nel suo libro “L’importante è che tu sia infelice” (Mondadori, 2009): “Avevo la percezione che mi stesse capitando qualcosa di meraviglioso e scoprii che si può piangere di gioia. Era una canzone in cui finalmente non mi prendevo in giro. Non ero stato attento alle parole, al modo di esprimere la mia angoscia, ma l’avevo cavalcata e le parole erano uscite da sole, vere. È meraviglioso ancora oggi cantarla”.

“Grazie Roma nasceva per gratitudine verso la città e verso la mia squadra, essendo le due inscindibili. Avevo fede. Sentivo che la Roma avrebbe vinto lo Scudetto, altrimenti non mi sarebbe capitata una cosa simile”.

“La considero una canzone dalla costruzione perfetta, perché c’è una grande simbiosi tra la città, la squadra e il linguaggio. È divisa in tre parti. Tu la puoi leggere solamente come Roma, nel senso della squadra di calcio, la puoi leggere come città e poi c’è una versione nazionale perché la prima parte è cantata in italiano, e nella seconda invece è come se io mi riprendessi il mio tesoro e la cantassi solo per i romani”.

E la prima volta che Antonello la canta è l’8 marzo 1983. Per registrarla. Affinché il mondo potesse capire “cos’è quella stella grande grande in fondo al cielo che brilla dentro di te e grida forte forte dal tuo cuore”.

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