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Nuovo stadio della Roma, nel PD crescono le tensioni

Possibili rallentamenti nelle dinamiche burocratiche per la costruzione dell’impianto

A riprova delle tensioni che continuano a covare nelle segrete stanze del Pd romano, la ridda di dichiarazioni susseguitesi venerdì sera, mentre era in corso la capigruppo sullo stadio: qualcuno – secondo i bene informati un consigliere dem tra i più critici nei confronti della giunta Gualtieri – si sarebbe sfogato con un’iperbole, rilanciata dalle agenzie, che è già diventata un tormentone: “Se si continua ad andare avanti d’imperio, allora sarà un vero e proprio Maracanà, e non certo in termini positivi”.

Parole in libertà che la presidente d’Aula, Svetlana Celli, tra i sostenitori di Schlein, ha subito provato a ridimensionare: “Lo stadio della Roma è un progetto strategico per la nostra città. È nostra intenzione arrivare quanto prima alla sua approvazione in assemblea capitolina. Ciò, però, non può che passare anche attraverso una seria e proficua valutazione e condivisione di tutti gli aspetti tecnici e amministrativi”.

A stretto giro è intervenuto anche l’assessore all’Urbanistica, Maurizio Veloccia: “La riunione con i capigruppo è andata bene, sono soddisfatto perché ci siamo dati un percorso di lavoro condiviso. Abbiamo cominciato a esaminare le proposte emendative e continueremo a farlo la prossima settimana. Non c’è nessun allarme sui tempi”.

In realtà, che tirasse aria di tempesta si era intuito già nella commissione congiunta Patrimonio-Lavori pubblici alla quale Veloccia non era stato convocato in via ufficiale, salvo poi essere avvisato con un messaggio su Whatsapp.

Ma a esasperare il clima è stata anche la notizia che Leslie Capone, considerato vicino ai consiglieri regionali Mario Ciarla ed Eleonora Mattia (ovvero a Stefano Bonaccini), andrà a dirigere le Ama di Municipio: “Quando lo abbiamo saputo – rivela uno dei consiglieri più insofferenti verso la gestione “verticistica” del sindaco – abbiamo deciso di far saltare la maggioranza. Ci aspettavamo che venisse indicata una figura di cerniera tra la giunta e il consiglio, un rimpasto che segnasse un cambio di passo nella squadra di governo, ma alle promesse non sono seguiti i fatti”.

Le principali riserve sullo stadio riguardano il possibile impatto sul vicino ospedale Pertini sotto il profilo della viabilità e dell’inquinamento acustico. Da perfezionare anche le questioni relative all’esproprio dei terreni e alla mobilità, sebbene il sito sia già servito dalla linea B della metro e dalla stazione Tiburtina.

La prossima settimana il dibattito proseguirà in maggioranza e nelle commissioni. Nel frattempo, ieri pomeriggio la risposta ai malumori è stata la riunione operativa tenutasi nell’assessorato all’Urbanistica, dove sarebbe stata “cerchiata in rosso” la data del 26 aprile per la discussione in Aula della relazione sullo stadio diventato, ancora una volta, il pomo della discordia.

Lo scrive Il Corriere della Sera

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