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Mourinho con il cuore: “Penso ai tifosi, non sono l’egoista di una volta. Meritano la finale”

Lo Special One fa un passo indietro e mette i tifosi al primo posto

Avete mai sentito parlare del traffico tedesco? Se la risposta è no, significa che non siete mai capitati in Renania nell’ora di punta. Un inferno, di cantieri e autoveicoli. La Roma se ne è accorta sulla sua pelle alla vigilia della partita che può regalarle un risultato storico, cioè la seconda finale europea consecutiva. Atterrata in orario a Colonia, la squadra ha impiegato un’ora a raggiungere l’albergo.

Mourinho insomma non ha un motivo per perdere il buon umore, dopo aver perso tempo sull’autostrada, tanto più che sul più bello vede la panchina riempirsi: anche Smalling ed El Shaarawy, oltre a Dybala, possono dargli una mano in caso di necessità. “Sono tutti disponibili – precisa, accarezzando dolcemente il microfono – devo solo capire quanti minuti possano garantire. Questa partita è come un puzzle, ogni incastro va valutato bene“.

Di futuro non parla (“Conta solo il Bayer, il focus è qui”) nonostante le insistenti voci sul Psg, ma si concede una digressione etica: “La Roma gioca la partita numero 14 in Europa League e deve affrontare tre semifinaliste che hanno studiato i propri investimenti per partecipare alla Champions. Se portassimo a casa la coppa, il risultato avrebbe più valore per noi. Ma il pragmatismo dei numeri dice che abbiamo solo il 25 per cento di possibilità di festeggiare a Budapest. E il 50 per cento di andare in finale. È così che ragiono io“. Il vantaggio maturato all’andata è prezioso: “Ma dobbiamo rispettare il Leverkusen. L’ho spiegato alla squadra, siamo solo alla fine del primo tempo. E il secondo può essere molto lungo, perché esiste l’ipotesi di finire ai rigori o ai supplementari“.

Per Mourinho sarebbe la sesta finale in una coppa internazionale, non contando le supercoppe. Ma la sua attenzione è rivolta ad altro: “Spero tanto di poter arrivare a Budapest. Anche con il Porto riuscii a raggiungere due finali consecutive. Ma non mi interessa per la gloria personale: nel tempo sono diventato meno egoista. Lo vorrei per i nostri tifosi, che sono assolutamente straordinari. E per i miei ragazzi, un gruppo incredibile che ha saputo ottenere grandi risultati tra mille difficoltà“. Lo scrive Il Corriere dello Sport.

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