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Mercato Roma, i retroscena della trattativa Scamacca

Tra Roma ed Inter alla fine la spunta l’Atalanta

Qualche giorno fa avevamo scritto: “Tra i due litiganti, il terzo gode”. Potremmo spiegare cosi l’affaire Gianluca Scamacca, che ha lasciato a bocca asciutta la Roma e l’Inter e che ha consegnato a Gasperini il suo nuovo bomber. Una conclusione a sorpresa, facile da spiegare: l’Atalanta ha messo i soldi sul tavolo, subito. Le altre no. Tuttavia, sia Tiago Pinto che la coppia Ausilio-Marotta sono stati molto vicini a perfezionare l’acquisto dell’attaccante romano.

Le continue telefonate – Nella Capitale il leit motiv è facilmente comprensibile: colpa di Pinto se Scamacca non è a disposizione di Mourinho. Il GM portoghese aveva scelto nell’ex attaccante del Sassuolo il 9 da dare allo Special One. Una decisione presa in autonomia e  portata avanti con assoluta fermezza, già da metà giugno: Tiago Pinto, intorno al 15, chiamò il WHU e poi l’entourage di Gianluca, infine il giocatore stesso: “Voglio riportarti a casa”, questo il senso del discorso fatto al centravanti. Da lì è iniziata la trattativa. La Roma era l’unica, la sola. Le altre avevano solo chiesto informazioni (il Milan e la Juventus). Contatti diretti, fino al primo viaggio londinese, avvenuto ai primi di luglio. Nonostante gli Hammers fossero fermi sulla cessione definitiva, non avevano mai chiuso la porta alla Roma, che ha cercato invano di trovare la soluzione migliore. Le telefonate proseguivano, tutti i giorni, specialmente con la parte di Scamacca che nel frattempo attendeva. Del resto, lui si era promesso ai giallorossi.

L’arrivo dell’Inter – I giorni passavano e giocavano a favore della Roma, perchè a Londra l’unica reale “offerta” era quella da Trigoria, in prestito, con Gianluca che smaniava e ogni due per tre lo ripeteva ai dirigenti e a Moyes: di voler tornare a casa. Poi il rifiuto di Morata ai nerazzurri ha complicato tutto: l’Inter vira e comincia a pressare gli Hammers: “Noi il giocatore ve lo prendiamo subito”, il messaggio di Marotta e Ausilio ai dirigenti inglesi. I paletti del FPF, le norme a cui rendere conto distruggevano i piani di Pinto, che, nonostante l’offerta di di lunedi 31 luglio della Beneamata, provava a vincolare l’obbligo di acquisizione alle presenze. Disco rosso, fine della corsa: 40 giorni di telefonate e contatti buttati, la Roma deve farsi da parte, anche perchè al tavolo sopraggiungeva la Dea, forte dei soldi incassati da Hojlund.

Pagabili in comode rate – Con Tiago Pinto, conscio dal 31 sera di essere praticamente out e dopo averlo comunicato direttamente al giocatore, il club capitolino lasciava il tavolo, senza sapere cosa sarebbe accaduto dopo. L’ Atalanta, in poche ore, ha già l’accordo col West Ham, doveva solo avere l’ok di Scamacca che arriverà in seguito. Venerdi andava in scena la giornata nerissima per Marotta e Ausilio: una prima offerta da 25 + 5 pagabili in 4 anni, rifiutata. 27 milioni senza bonus sempre pagabili entro il 2027. Risposta? “No, grazie, chiudiamo con l’Atalanta che ha esaudito sin da subito le nostre richieste”, il succo della replica Hammers. Game over anche per l’Inter, con l’attaccante di Fidene cercherà di ripartire da Bergamo per prendersi la maglia da titolare dell’Italia di Mancini la prossima estate in Germania.

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